Il periodo è particolarmente interessante per quel che riguarda i brevetti informatico-multimediali presentati all’ USPTO americano: non bastasse Amazon e la sua temporizzazione delle spedizioni , un nuovo interessante caso si è aperto sul fronte IBM, che ha ben pensato di chiedere l’autorizzazione di infilare la pubblicità obbligatoria nei DVD .
L’applicazione di brevetto numero 20070201829 descrive un “Sistema e metodo per inserire messaggi pubblicitari durante la visione del DVD”, e promette di aprire nuove opportunità di ricavi per Hollywood così come occasioni per gli utenti disponibili a sorbirsi qualche spot in cambio di prezzi più bassi.
Il funzionamento del nuovo sistema ricorda molto da vicino quanto fatto da Philips con un brevetto dell’anno scorso: la visione delle pubblicità diventa obbligatoria durante tutto il corso della pellicola , gli spot possono essere recuperati da un server remoto attraverso la connessione alla Rete oppure dal DVD stesso.
Come sottolinea ars technica , l’idea alla base del sistema potrebbe garantire vantaggi a tutti: gli studios avrebbero trovato il modo di aumentare i ricavi nel mercato dell’home video – dato sempre per moribondo ma che nonostante questo continua a generare profitti stellari – trasformando persino le vecchie pellicole in nuove occasioni di business, mentre i consumatori potrebbero facilmente trovarsi davanti alla possibilità di scegliere tra l’acquisto o il noleggio di un DVD a prezzo pieno o di uno pesantemente scontato – o persino gratuito – dotato di pubblicità.
Un tipo di diffusione dei contenuti che ricorda da vicino iniziative come lo store We7 di Peter Gabriel, su cui è possibile acquistare brani musicali gratuiti contenenti spot pubblicitari “a scomparsa”. E se potrebbe essere difficile integrare la tecnologia spara-spot all’interno del diffusissimo standard DVD, la ancora giovane e claudicante alta definizione, che prevede la disponibilità base di una connessione alla rete per l’aggiornamento del lettore e la fruizione di contenuti interattivi, potrebbe altresì rivelarsi un target altrettanto interessante per Philips.
Alfonso Maruccia