Armonk (USA) – Più piccolo, più veloce, capace di consumare meno e, non per ultimo, pronto a saltare a bordo dei notebook. E’ quanto promette il nuovo PowerPC 970FX di IBM , nuova versione di quella famiglia di processori a 64 bit, nota anche come G5, che “spinge” la più recente generazione di server e workstation Apple .
Il 970FX è il primo processore di IBM a combinare insieme la circuiteria a 90 nanometri con alcune delle più note tecnologie di Big Blue, fra cui la silicon-on-insulator (SOI), la strained silicon e le interconnessioni al rame. Grazie a questo cocktail hi-tech, IBM afferma di essere riuscita a ridurre drasticamente i consumi dei suoi nuovi G5 senza sacrificare le prestazioni.
“L’impegno di lunga data nello sviluppo e nella messa in produzione di tecnologie quali le metodologie produttive SOI e Strained Silicon ha aperto la strada alla realizzazione di una nuova generazione di chip dai consumi di energia particolarmente contenuti”, ha dichiarato Bernard S. Meyerson, chief technologist del Systems and Technology Group di IBM. “Attraverso l’unione delle tecnologie di cui IBM è pioniera, i clienti non saranno più costretti a sacrificare le prestazioni a fronte di un risparmio di corrente sempre più necessario”.
I progettisti e i produttori di chip sono oggi chiamati a raggiungere contemporaneamente due obiettivi in conflitto fra loro: una crescente velocità di elaborazione e un ridotto consumo di corrente. Per ottenere questi risultati, i più grossi chipmaker stanno cercando di “far quadrare il cerchio” integrando i nuovi processi litografici a 90 nanometri con nuovi materiali e nuove tecnologie in grado di accelerare il flusso di elettroni all’interno dei transistor e contenere la dispersione di corrente.
Quella seguita da IBM con la sua nuova CPU a 64 bit è una strada percorsa di recente anche da Intel con Prescott , la prima generazione di chip x86 a sposare fra loro circuiti a 90 nanometri, tecnologia strained silicon, interconnessioni in rame e materiale dielettrico a bassa costante k.
Derivato dal microprocessore dual-core Power4, il nuovo 970FX adotta un’architettura di calcolo a 64 bit che conserva la compatibilità con le applicazioni a 32 bit native e supporta il Symmetric MultiProcessing (SMP). IBM afferma di aver ottimizzato l’architettura del 970FX rendendola fino al 40% più efficiente di quella precedente, un traguardo raggiunto anche grazie all’implementazione di tecniche che, similmente a quella hyper-threading di Intel, migliorano l’esecuzione simultanea di più task.
IBM sostiene che il 970FX è stato progettato per l’impiego in una vasta gamma di applicazioni, dai desktop ai server fino ai prodotti storage e di comunicazione. Apple ha già annunciato che utilizzerà questo chip nel suo nuovo rack server 1U Xserve G5 che verrà introdotto sul mercato entro la fine di febbraio.
Apple, senza dubbio una delle maggiori beneficiarie dell’evoluzione delle CPU G5, dovrebbe presto adottare il 970FX anche in nuove e imminenti versioni dei Power Mac e, secondo molte voci, anche nella linea di portatili PowerBook. Sebbene al momento IBM non ne abbia fatto cenno, appare infatti chiaro come il nuovo G5 abbia tutte le carte in regola per essere spinto sui notebook: oltre ad avere consumi più o meno allineati con quelli di processori mobili mainstream come i Pentium M di Intel, il nuovo chip implementa una tecnologia per il risparmio energetico, chiamata Power Tuning, in grado di controllare e regolare dinamicamente il voltaggio e la frequenza del processore.
Anche se il 970FX verrà lanciato ufficialmente sul mercato nella giornata di oggi, si è già aggiudicato il Microprocessor Report Analysts’ Choice Award per il miglior processore desktop, classificandosi davanti ai rivali Pentium 4 e Athlon 64 FX-51.
Anche in Intel e AMD stanno lavorando a versioni migliorate dei loro chip. La prima ha in progetto il rilascio, per maggio, di una nuova versione dei modelli di P4 Prescott già sul mercato che dovrebbe ottimizzare consumi e prestazioni. AMD conta invece di rilasciare, durante la seconda metà dell’anno, i primi Opteron con circuiteria a 90 nanometri e supporto alla memoria DDR 2.