Stipendi tagliati del 15 per cento, più ore di straordinario per tutti i tecnici. È questa la decisione presa da IBM in seguito alla composizione di una disputa salariale durata due anni, che vedeva coinvolti i tecnici statunitensi di Big Blue e che era sfociata in una class action costata 65 milioni di dollari all’azienda.
La vicenda, riassunta brevemente, riguarda le ore di lavoro straordinario compiute ogni settimana dai dipendenti: i tecnici prestano spesso almeno 5 ore di servizio in più rispetto a quanto stabilito da contratto, senza ricevere alcunché. Per questo in 32mila, tra attuali ed ex-dipendenti, avevano fatto causa al colosso per chiedere qualche forma di risarcimento.
IBM aveva scelto la via extragiudiziale: l’accordo aveva garantito ai lavoratori un bonus economico, ma aveva anche spinto i vertici di Big Blue a rivedere i termini contrattuali e le mansioni assegnate ai propri dipendenti. Secondo un documento interno, citato da Associated Press e ripreso da Wired , la decisione di tagliare gli stipendi sarebbe legata all’intenzione di garantire la “competitività” dei salari.
Secondo l’azienda, infatti, il nuovo assetto economico dovrebbe assicurare comunque a tutti di tornare al precedente regime di entrate: uno stipendio medio scenderebbe da 80mila a 68mila dollari, a cui andranno sommati gli extra provenienti dagli straordinari. In pratica, ai lavoratori verrà riconosciuto il diritto allo straordinario, ma per questo dovranno accettare anche una decurtazione dello stipendio .
Una idea che non piace ai rappresentanti sindacali, che non esitano a definire la mossa nient’altro che una “rappresaglia” nei confronti dei lavoratori: con l’abbassamento del salario di base, accusano , muteranno anche tutti i benefit ad esso collegati. E dunque ci saranno gravi conseguenze per quanto attiene all’assistenza sanitaria , che negli USA resta privata e a pagamento, e a tutte le forme di previdenza complementare.
Tanto più che, sfogliando le pagine del documento, dicono, si scopre che le stime di IBM indicano che per un terzo dei lavoratori coinvolti (2.500 su un totale di quasi 8mila), non ci sarebbero a disposizione abbastanza ore di straordinario per garantire il ritorno al monte salariare precedente.
Il consiglio fornito da Big Blue ai suoi dirigenti, a cui era originariamente destinato lo scritto, è di tentare di ridistribuire il più equamente possibile gli impegni: ma le scelte, si legge, “non potranno prescindere dalle effettive capacità di ciascuno e dai requisiti delle commesse in essere”.
Insomma, i lavoratori mugugnano e i sindacalisti protestano : ma come, dicono, IBM guadagna 10 miliardi di dollari all’anno e noi dobbiamo venire pagati meno? Al momento, Big Blue non ha voluto commentare questa fuga di notizie. Stando a quanto riportato, il nuovo assetto salariale sarà effettivo dalla metà di febbraio.
Luca Annunziata