È stato definito pionieristico il progetto di ricerca avviato grazie ad una collaborazione tra IBM e la Aberdeen University . Un partnership nata con un preciso obiettivo: studiare la struttura di un composto marino estratto da un campione di fango in precedenza prelevato dalla Fossa delle Marianne, ad una profondità di circa 10mila metri.
E si tratta di un progetto che potrebbe aprire nuove strade nella ricerca biologica, utilizzando in particolare un microscopio a forza atomica (AFM). Gli scienziati del Marine Biodiscovery Centre della si sono così concentrati sullo sfruttamento del potenziale degli organismi marini per individuare determinati composti chimici .
Quest’ultimi potrebbero essere dunque utilizzati per sviluppare nuovi trattamenti per malattie come il cancro, ma anche per più comuni infiammazioni, infezioni e malattie parassitarie.
“L’ambiente naturale della Terra è ricco di una varietà di organismi unici da cui è possibile derivare numerosi composti chimici, molti dei quali sono del tutto sconosciuti agli scienziati – ha spiegato Marcel Jaspars, direttore del Marine Biodiscovery Centre – Questi composti potrebbero essere usati nello sviluppo di farmaci e altri nuovi prodotti biomedici”.
Il professor Jaspars aveva quindi contattato gli scienziati IBM di Zurigo, che per la prima volta erano riusciti a catturare l’anatomia o struttura chimica di una molecola organica utilizzando un microscopio AFM, con la speranza che essi potessero fare altrettanto per il composto estratto dal batterio degli abissi.
Mauro Vecchio