Nei prossimi giorni ci si attende una vera e propria corsa all’oro digitale, una rincorsa tra aziende e organizzazioni piccole e grandi ad accaparrarsi i “preziosi” domini di primo livello generici (gTLD) preannunciati da ICANN . I gLTD “liberati” non danneggeranno il mercato e le aziende, rassicura ICANN, tutt’altro.
A onor di cronaca i discussi domini .xxx hanno sin qui gettato non poco scompiglio in seno all’industria, ma stando a quanto sostiene ICANN con i nuovi gLTD “brandizzati” andrà diversamente: dal 12 gennaio le aziende potranno chiedere all’organizzazione dei DNS la registrazione del proprio dominio “.qualcosa” ( .microsoft , .google , .cocacola e via elencando), e la stessa procedura istituita per la loro approvazione farà sì che solo i legittimi proprietari di brand e aziende potranno ottenerne l’assegnazione.
I gTLD non danneggeranno nessuno, sostiene ICANN, perché la domanda di registrazione di ogni dominio dovrà includere i dettagli finanziari e tecnici sull’organizzazione che la presenta e il modo in cui questa intende usare il nuovo dominio. Nel caso in cui risultino esserci due diverse organizzazioni legittimamente interessate al dominio, ICANN istituirebbe un’asta per concedere la vittoria al miglior offerente.
Con la moltiplicazione dei quattrini e dei domini (la cifra imposta per ogni nuovo indirizzo .qualcosa ammonta a ben 185mila dollari), sostiene ICANN, nascerà una Internet più vibrante, “un’opportunità per i brand di aggiudicarsi la propria fetta del mercato” del World Wide Web del nuovo secolo.
Alfonso Maruccia