ICANN, l'Europa chiede il rispetto del cittadino

ICANN, l'Europa chiede il rispetto del cittadino

Il Consiglio d'Europa interviene con durezza sulla riforma dell'Internet Governance. E parlando di diritti fondamentali dell'uomo chiede maggiori tutele. Anche le Nazioni Unite tornano sulla questione
Il Consiglio d'Europa interviene con durezza sulla riforma dell'Internet Governance. E parlando di diritti fondamentali dell'uomo chiede maggiori tutele. Anche le Nazioni Unite tornano sulla questione

Il Consiglio d’Europa ha chiesto che l’ Internet Corporation for Assigned Names and Numbers ( ICANN ) operi nel rispetto del diritto internazionale ed in particolare tenga in considerazione la libertà di espressione.

Secondo l’Organizzazione internazionale che raccoglie diversi Stati europei, infatti, sono due le questioni preoccupanti guardando all’Internet Governance: da un lato la capacità di ICANN, un’organizzazione non profit con base negli Stati Uniti, di garantire la sicurezza dell’infrastruttura dal cybercrimine, che minaccia i diritti alla privacy ed alla sicurezza delle persone e di conseguenza la libertà di espressione e gli altri diritti fondamentali alla base della convivenza democratica e del valore di Internet come servizio pubblico; dall’altro la proibizione ad utilizzare determinate parole o caratteri nella registrazione dei nomi a dominio e nelle stringhe , questione che spesso segue logiche tecniche, ma che secondo i politici europei può sollevare problemi rispetto agli Articoli 10 ed 11 della Convenzione europea sui Diritti dell’Uomo relativa alla libertà di espressione .

Secondo il Consiglio d’Europa, infatti, il sistema dei nomi a dominio si è ormai consolidato come una vera e propria forma di espressione , di manifestazione del pensiero: attraverso la registrazione di nomi a dominio e l’utilizzo di diverse stringhe si esprimono concetti, opinioni e si assumo posizioni. Un caso eclatante , in questo senso, è la contestata approvazione del nuove Generic Top Level Domain .sucks : il quel caso la libertà concessa da ICANN è stata accusata di poter rappresentare una minaccia per i detentori dei diritti.

In generale, secondo il Consiglio d’Europa, ICANN dovrebbe tenere conto nella regolamentazione di tale settore non solo degli interessi economici delle parti coinvolte, ma anche degli interessi comuni, del pluralismo e delle diversità culturali e linguistiche , avendo particolare cura – per esempio – nei confronti dei gruppi e delle comunità più vulnerabili e minoritarie, prevedendo specifiche misure per le minoranze linguistiche e culturali e misure a tutela di chi rischia di veder compromessa la propria libertà di espressione.

Nel concreto il Consiglio d’Europa invita i suoi 47 stati membri a far pressione attraverso le loro posizioni all’interno del Governmental Advisory Committee (GAC) dell’ICANN in forza di tali principi vincolanti: tale organo rappresenta appunto la voce dei governi statali all’interno dell’organizzazione non profit. Pur essendo il Consiglio d’Europa un’ Organizzazione internazionale non collegata con l’Unione Europea, d’altra parte, non bisogna dimenticare che Bruxelles si è già espressa a tal proposito, manifestando l’interesse di un maggior coinvolgimento dei governi nell’Internet Governance: una posizione che si concretizza anche attraverso maggiori poteri affidati al GAC.

L’attacco sembra d’altra parte inserirsi idealmente nel processo di passaggio di poteri avviato con l’ annuncio da parte della National Telecommunications and Information Administration (NTIA) del Dipartimento del Commercio USA di voler cedere il controllo sulla gestione dei server DNS e sull’amministrazione dei cambiamenti del root zone file ad ICANN, completando la transizione che ha portato il governo degli Stati Uniti a svolgere un ruolo sempre più marginale nel controllo dell’infrastruttura centrale della rete telematica mondiale. E nella riforma da parte del Governo statunitense della normativa di settore, il Defending Internet Freedom Act .

La cosa particolarmente interessante è che nell’ultima versione della normativa che formalizzerà il passaggio di consegne – oltre a prevedere ed escludere eventuali situazioni di conflitti di interessi tra ICANN e rappresentanti degli Stati Uniti – il Congresso a stelle e strisce esprime già la volontà di vedere l’Organismo impegnarsi per la libertà di espressione, stampa, assemblea ed associazione.

Il tutto, poi, sembra ricollegarsi alla risoluzione ONU 17/04 con cui le Nazioni Unite delineano il rapporto tra diritti umani e aziende transnazionali: ICANN ha già dichiarato di voler rispettare tali principi, ma anche le Nazioni Unite, oltre al Consiglio d’Europa, sono tornate ad esercitare pressioni affinché queste promesse vengano mantenute.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
10 giu 2015
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