SPID è nelle mani di oltre 39,2 milioni di italiani, la Carta di Identità Elettronica in quelle di 47,5 milioni di cittadini. Eppure, il nostro paese rischia di non raggiungere gli obiettivi stabiliti dal PNRR in fatto di identità digitale. A far luce sulla questione è il risultato di una ricerca pubblicata dagli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.
SPID, CIE, CieID, l’dentità digitale e il PNRR
Il target, da raggiungere entro giugno 2026, prevede che siano 42,3 milioni quelle attive. Il problema è da ricercare nel fatto che la versione digitale di CIE, disponibile sotto forma dell’applicazione CieID, è utilizzata solo da 6,1 milioni di utenti. E che, con tutta probabilità, molti di questi già fanno uso anche di SPID. Il grafico qui sotto mostra il trend e la proiezione su un arco temporale che copre i prossimi due anni.
L’arrivo di novità come IT-Wallet (leggi il nostro approfondimento), tra pochi giorni accessibile da un milione di cittadini, potrebbe contribuire alla diffusione dell’identità digitale. Staremo a vedere se rappresenterà uno stimolo sufficiente all’adozione della tecnologia anche per chi fino a oggi non ne ha avvertito il bisogno. Di certo, qualcuno non lo vede di buon occhio.
Tra le possibili iniziative da attuare per far fronte al problema, gli Osservatori Digital Innovation suggeriscono l’inclusione dei minori in uno dei due sistemi, SPID o CIE. Va però precisato che è già possibile farlo, dai cinque anni in su. Semmai, sarebbe necessario portare tutti a conoscenza di questa possibilità.
Sempre a proposito di SPID, ricordiamo che le convenzioni con i provider sono state rinnovate lo scorso anno fino al 2025, per una spesa complessiva pari a 40 milioni di euro. In area governativa, ormai da tempo si spinge per un suo accantonamento, in favore proprio della Carta di Identità Elettronica come unico metodo di autenticazione per l’identità digitale. Insomma, uno scenario futuro ancora da definire.