IDF, Intel spoglia Sandy Bridge

IDF, Intel spoglia Sandy Bridge

Da Santa Clara molte novità sull'attesa piattaforma. Che rivela memoria condivisa tra CPU e GPU e una vocazione non solo consumer. Prossimamente su questi schermi, anche tramite WiDi
Da Santa Clara molte novità sull'attesa piattaforma. Che rivela memoria condivisa tra CPU e GPU e una vocazione non solo consumer. Prossimamente su questi schermi, anche tramite WiDi

A un giorno dall’apertura, l’atmosfera dell’ Intel Developer Forum inizia subito a scaldarsi. I giornalisti e gli operatori del settore che partecipano alla convention di San Francisco hanno già avuto modo di toccare con mano i processori della famiglia Sandy Bridge, e vedere anche all’opera la tanto decantata tecnologia Intel WiDi.

Il WiDi (Wireless Display Interface) è una proposta pensata per far arrivare le immagini HD di un dispositivo portatile a un display molto più ampio, come quello della TV. Un modo alternativo per eseguire lo streaming audio-video in modalità senza fili. Nella tech demo mostrata ieri ai visitatori, un tablet equipaggiato con processore Intel Atom a 32Nm si è prestato all’esperimento con risultati piuttosto interessanti, tenendo presente che stiamo parlando di media pesanti in alta-risoluzione. Il filmato ripreso dai ragazzi di newgadgets.de sottolinea comunque una leggera latenza tra la clip originale e l’immagine che si specchia sul wall. Al momento potremmo quindi dire che la tecnologia è riuscita a convincere più con il potenziale che con la potenza, nonostante fosse già stata mostrata al CES di Las Vegas a gennaio.

Nel corso del primo giorno di IDF è stato anche presentato l’atteso Sandy Bridge, tra diverse conferme e qualche piacevole sorpresa. L’Intel Core di seconda generazione, con evolute funzionalità grafiche integrate, sarà inizialmente dedicato a notebook e desktop (in arrivo nei primi mesi del 2011) ma la sua evoluta microarchitettura verrà poi usata in prodotti server, dispositivi embedded e data center.

Dadi Perlmutter, general manager dell’Intel Architecture Group, ha evidenziato i benefici del gemellaggio tra CPU e GPU. Grazie alla nuova struttura “ad anello” brevettata dall’azienda di Santa Clara, la grafica integrata condivide la memoria cache di ultimo livello con i core del processore, per aumentare le performance di elaborazione senza sprecare troppe energie. I processori Sandy Bridge, prodotti con tecnologia a 32 nanometri, potranno poi contare su una versione del Turbo Boost ancora più flessibile, per aumentare a richiesta la frequenza di funzionamento.

La dimostrazione di Perlmutter si è ovviamente concentrata sulle potenzialità di accelerazione grafica (tra video in HD, videogame 3D e conversioni di filmati) confermando l’importanza del neonato AVX (Advanced Vector Extension) per quanto riguarda l’elaborazioni delle immagini e l’integrazione del nuovo set di istruzioni a 256 bit, dedicato alle app che gestiscono contenuti multimediali utilizzando registi in virgola mobile.

Considerato che Intel ha già iniziato a lavorare su Ivy Bridge, miniaturizzato a 22 nanometri e ancora più efficiente del Sandy, il discorso “microprocessori con grafica integrata” inizia a farsi decisamente interessante. Nel prossimo futuro le schede grafiche entry-level dovranno guardarsi le spalle, perché la possibilità di tenere tutta questa capacità di calcolo sullo stesso die, senza gravare su dimensioni, peso e consumo energetico, finirà con lo sconvolgere le dinamiche di mercato.

Roberto Pulito

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Pubblicato il
14 set 2010
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