San Francisco – In anticipo rispetto alla Maker Faire romana, ormai palcoscenico eletto da Intel per presentare le sue novità in materia di chip e board destinate agli hobbysti e chi sperimenta con il silicio, a IDF quest’anno ha debuttato una nuova classe di SoM (System on Module) progettata a Santa Clara: Joule è forse il prodotto più ambizioso partorito fin qui dal chipmaker per questa categoria , e di conseguenza anche il prezzo sale in modo significativo.
Le specifiche tecniche di Joule 570X sono interessanti : il processore è un Atom T5700 (Broxton-M), che dispone di quattro Core Goldmont da 1,7GHz (turbo fino a 2,4GHz) e di una GPU di nona generazione integrata, abbinati a 4GB di RAM LPDDR4 e 16GB di storage eMMC. Integrato anche un modulo wireless con WiFi fino a 802.11ac con MIMO e Bluetooth 4.1, mentre è assente il 4G LTE. Completa anche la dotazione I/O, con I2C, USB 3.0, UART e praticamente ogni altro connettore utile per questo tipo di offerta. Dimensioni contenute: il modello 570X, quello che abbiamo fin qui descritto e che è disponibile in anteprima a IDF per l’acquisto, misura appena 48x24x3,5mm (compreso un package in alluminio che contribuisce a dissipare il calore in modo efficace).
È chiaro che Intel ha deciso di mettere in piedi un prodotto dalle specifiche di fascia alta per questo settore: siamo decisamente un passo avanti rispetto alle potenzialità, pur interessanti, di un Raspberry Pi3, e più che un prodotto per la prototipizzazione rapida qui siamo davanti a un SoM capace di fungere da cuore per dispositivi di molte categorie come UAV (ma in quel caso Intel sta anche sviluppando una soluzione apposita), robot, droni vari e anche device destinati all’intrattenimento (c’è il supporto per i video risoluzione 4K) o pensati per l’interazione con l’uomo. C’è anche il supporto per Linux (Ubuntu ma non solo) e Windows 10 IoT Core.
L’offerta Joule ha due punti critici: il mancato supporto al 4G potrebbe far storcere qualche naso , anche e soprattutto visto che Intel parla esplicitamente di Internet of Things e dunque ci si aspetterebbe un supporto nativo. Il 550X, l’altro modello della linea Joule , taglia anche la connettività WiFi eliminando il MIMO e abbassando le specifiche al protocollo 802.11n.
L’altro aspetto da discutere è il prezzo. Il kit venduto in fiera, anteprima per gli sviluppatori, costa 369 dollari : ovvero circa 10 volte il prezzo di una board Raspberry Pi3. Rispetto al prodotto concorrente, Joule vanta senz’altro prestazioni di gran lunga superiori e il kit venduto comprende molto di più che il semplice chip visto che ci sono anche board, cavi, connettori eccetera.
In qualche modo Joule segna un punto di non ritorno per la categoria: è chiaro che stiamo assistendo a una evoluzione dell’offerta , che smette di essere soltanto di base ed economica, e inizia a differenziarsi in diverse fasce di prezzo e di prestazioni. Intel pare intenzionata a fare sul serio, e proprio come nel caso di Project Alloy non si può trascurare il fatto che il focus dell’intero IDF sia tutto sui prodotti a catalogo alternativi alle solite CPU.
Luca Annunziata