Un festival a distanza e in presenza, con un prima e un dopo. Internet Festival ha dimostrato che si può fare. Cosa? Continuare ad esistere, celebrare il traguardo dei dieci anni, essere capaci di fare un bilancio, ma anche guardare al futuro, specialmente prendendo le mosse da quanto è capitato a questo mondo: un’emergenza che ci ha insegnato, e a volte un po’ inflitto, ad usare le tecnologie collegate alla Rete durante la fase più acuta, per fare esattamente ciò per cui erano state idealmente realizzate: restare in contatto con la famiglia, studiare, lavorare collettivamente.
Se siete dalle parti di Pisa, il vostro reset – il tema cardine del Festival – deve iniziare con le suggestive installazioni alle Manifatture Digitali.
IF è sempre stato molto ardito nelle parti tutorial e nelle installazioni e quest’anno è all’altezza della situazione: già col taglio del nastro ufficiale alle Logge dei Banchi con lo street artist Zed1, impegnato per tutta la durata del festival nel live painting di una superficie di oltre 30mq, ma ancora di più con le installazioni realizzate dall’Istituto Europeo di Design: “Contrasti” e “From the First” in particolare sono deliziosi.
In Contrasti, il progetto di tesi inizialmente pensato per l’inchiostro induttivo – purtroppo ora impossibile per ragioni sanitarie – è diventato un trittico in bianco e nero che racconta tre date di marzo che hanno scandito la zona rossa nazionale: la fine della campanella a scuola e l’inizio delle didattica online; la chiusura delle regioni che ha separato le coppie, le amicizie; infine il discorso alla nazione di Giuseppe Conte, col quale si chiuse di fatto l’intero Paese, le attività economiche, tutto quanto.
Piccole storie con piccoli esseri umani stilizzati nelle quali ognuno si riconosce, straordinariamente ispiranti.
From the first è uno storytelling cesellato con particolare sensibilità, disegnato con Pro Create, caricato in Java. Un personaggio solo, Deta, nel suo mondo sgranato e un po’ malinconico, affronta la crisi-opportunità del lockdown: con un geniale switch temporale, chi siede davanti al monitor vede Deta scoprire la passione del disegno, su quella scrivania liberata dalle pratiche del lavoro, decidersi finalmente a chiamare il vecchio amico, ora che il suo smartphone non è soltanto un dispositivo per smistare mail e messaggi dell’ufficio, ordinare cibo online e scoprire quanti cibi diversi esistono e quante persone rendono possibile la vita in lockdown perché loro, il lockdown, non lo fanno.
Molti di noi, in qualche frangente, hanno pensato che gli studenti non abbiano compreso la portata della pandemia. Invece sono già capaci di integrarla nei loro progetti.