Videocamera panoramica a 360 gradi, motore ad alta velocità con aspirazione ciclonica, sensori infrarossi: miscelate tutto e avrete il Dyson 360 Eye, il robot aspirapolvere lanciato dall’azienda inglese capace di attirare le attenzioni della platea anche all’IFA di Berlino nonostante l’agguerrita concorrenza di prodotti inediti. E nonostante sia stato lanciato in Giappone 24 ore prima dell’inizio della fiera tedesca.
Un debutto in grande stile per sir James Dyson, che ha svelato in prima persona a Tokyo (e il giorno dopo bis in Germania col CEO della compagnia Max Conze) il risultato di 16 anni di ricerche e investimenti in sviluppo e ricerca pari a circa 35 milioni di euro (e altri 190 milioni per il motore di aspirazione), condotti da un team che annoverava oltre duecento ingegneri. Più che un dispositivo, un chiodo fisso del designer britannico che sembra aver centrato il bersaglio grosso anche stavolta.
Nonostante debutti in un settore già ricco di alternative (da iRobot a Rowenta, oltre alle pigliatutto Samsung e LG), Dyson è convinta di aver confezionato il miglior aspirapolvere robot mai visto. L’esibizione eseguita per la stampa nella pulizia di un piano stracolmo di farina contro uno dei maggiori rivali sul mercato è studiata per stupire, mentre componenti e funzionamento sono tutti descritti come il meglio possibile e immaginabile per il genere. Il profilo mostra uno spessore più alto della media (12 centimetri) che però non inficia l’azione di pulizia (del resto, dicono, nessun robot è in grado di passare sotto un divano alto cinque centimetri: senza contare che l’alternativa era farlo più largo, quindi meno preciso negli angoli) ma anzi riesce a individuare e cancellare particelle di sporcizia fino a 0,5 micron.
A far la differenza è la videocamera presente nella parte superiore, che insieme ai sensori infrarossi permette di mappare l’ambiente, calibrare l’azione di pulizia ed eseguire il compito senza inciampi ed urti: il robot individua dei punti di riferimento nella stanza e si rapporta continuamente a essi per continuare nelle operazioni di pulizia, in modo tale da garantire copertura corretta ed efficace di tutta la superficie. Dotato di aspirazione ciclonica, una delle più rilevanti invenzioni di James Dyson, non ha ruote ma solo cingoli: dettaglio importante che evita perdite di tempo e, talvolta, l’obbligo dell’intervento umano, per sbrogliare la matassa o rimettere in pista il robot che potrebbe essersi impantanato in un tappeto o un piccolo dislivello causato magari da una giuntura della moquette sulla soglia di una porta.
Trovata la soluzione per le casalinghe indaffarate? Forse, anche se pure il Dyson 360 Eye non è immune da limiti. Quello dell’autonomia inferiore ai trenta minuti non è un problema, perché il robot si dirige da solo verso la base di ricarica per poi tornare in azione; quello del prezzo, invece, è un bel punto interrogativo perché, se confermate , le voci che vogliono un prezzo fissato attorno ai 1.000 euro per unità non rendono il prodotto alla portata di tutti. Si tratta d’altronde di una caratteristica comune a tutti gli altri dispositivi firmati Dyson, giustificata secondo l’azienda dalla qualità costruttiva e dalle tecnologie impiegate. Tuttavia il tempo per iniziare a riempire il salvadanaio non manca: l’aspirapolvere-robot sarà in vendita in Giappone a partire dalla primavera del 2015, poi raggiungerà il Regno Unito e in seguito il resto del mondo anche se non vi è ancora una data di commercializzazione definitiva in tal senso. Pare se ne saprà di più a Las Vegas, CES 2015.
Alessio Caprodossi