Berlino – Quando arriviamo all’incontro con Netflix, in ritardo come spesso accade in queste fiere, il chief product officer Neil Hunt ci accoglie con un sorriso: alto e con una calma che solo i sudditi di sua maestà possono vantare, ci spiega con una semplicità disarmante la complessa tecnologia che c’è dietro a un servizio streaming in grado di mostrare film e serie fino alla risoluzione 4K, su alcune TV persino in HDR. E che molto presto sbarcherà in Italia .
L’esperienza finale di Netflix resta centrata sulla TV : è lo stesso Hunt a spiegarci che, nonostante la crescita dei device mobile e la loro maggiore semplicità d’uso grazie al touch, gli utenti Netflix continuano a preferire il focolaio domestico elettronico come strumento di elezione per la visione dei contenuti. A ben vedere una scelta comprensibile, visto che le diagonali degli schermi LCD ormai viaggiano stabilmente sui 50 pollici e vanno a crescere, i pannelli a risoluzione UHD sono una realtà e il 4K è il trend del momento: sacrificando qualcosa in termini di flessibilità, una televisione resta comunque un ottimo modo per vedere corto e lungometraggi assieme ad amici e familiari.
Per garantire questa esperienza, Netflix ha messo in piedi una struttura completamente trasparente per l’utente finale ma in ogni caso complessa: l’app installata sulle smartTV è in grado di interagire con i server che erogano il servizio e regola la qualità del flusso video a seconda della banda disponibile . Vista la condizione italiana di perenne digital divide, la domanda più ovvia è quali siano i requisiti di banda per riuscire a fruire dei contenuti: 1,5mbit per la definizione standard, ci dice Neil Hunt, tra i 5 e i 7 per l’alta definizione e almeno 17 megabit per il 4K.
Cifre che per alcuni in Italia sono un sogno, ma Hunt ci rassicura sul fatto che la tecnologia creata da lui e dal suo team a Los Gatos (California) tiene conto anche di queste situazioni: per esempio è in grado di ottimizzare il bitrate del flusso per garantire la migliore visione possibile in tutte le condizioni , potendo contare su streaming a diversi livelli di qualità che spaziano anche tra le varie risoluzioni “ufficiali”. Questo significa che ad esempio potrebbero essere erogati contenuti a risoluzione attorno ai 2K se le condizioni lo permettono, e il software agisce automaticamente per ottimizzare la visione anche tramite la creazione di un generoso buffer per sopperire alle connessioni altalenanti.
Dietro tutto questo c’è ovviamente una complessa rete di distribuzione che spazia in tutte le nazioni in cui Netflix è presente, oltre a un enorme lavoro di R&D che vale circa il 10 per cento del fatturato annuo: la costruzione di questa rete sta avvenendo anche in Italia, ed è d’obbligo una domanda sulla Net Neutrality – tema peraltro molto caro all’azienda USA . “Ciascuno detiene il monopolio in casa propria” è la serafica risposta di Hunt, che apprezza le ragioni di chi difende la neutralità della Rete e spiega che chi paga per il servizio di banda larga ha il diritto di fruire dei servizi che preferisce sul proprio PC, tablet o sulla propria TV.
Quello che fa Netflix è cercare di portare i propri flussi sempre più vicini all’utente, mediante appositi accordi sia a livello industriale che con specifiche offerte per l’utente finale: in Italia è già arrivato quello con Telecom Italia , con l’incumbent che proporrà i servizi di streaming cinematografico sul proprio box TIMvision, ma altri potrebbero seguire. Al lancio della piattaforma in Italia ci saranno soprattutto alcune delle serie esclusiva Netflix sugli scudi, come ad esempio Marco Polo e Daredevil, per l’occasione disponibili sia doppiate che in lingua originale coi sottotitoli e probabilmente anche in risoluzione UHD.
Seguiranno documentari, una selezione di comici ripresi durante i loro show, e prossimamente anche i primi film che Netflix sta producendo e che verranno probabilmente rilasciati in contemporanea al cinema e sul piccolo schermo: tra questi “Crouching Tiger, Hidden Dragon: The Green Legend” (sequel de “La tigre e il dragone”, fortunata pellicola asiatica di qualche anno fa), “Beast of No Nation” che sarà in concorso al Festival di Venezia, lo storico “Jadotville” con lo stesso protagonista (Jamie Dornan) di “Cinquanta sfumature”, e infine il dissacrante western “The Ridiculous Six” con protagonista Adam Sandler e altri nomi noti nel cast (Steve Buscemi, Luke Wilson, Nick Nolte, Danny Trejo e Taylor Lautner).
a cura di Luca Annunziata