La strada da seguire sarebbe già stata chiaramente illuminata. Suo ultimo traguardo, “la realizzazione di un processo di regolamentazione dal basso verso l’alto, risultato di contributi concertati”. Ha usato proprio queste parole Claudio Lenoci, delegato del ministro della Pubblica Amministrazione e Innovazione Renato Brunetta. “È abbastanza chiaro che la strada da seguire è riunire gli stakeholder , rafforzando l’intuizione del Vertice mondiale di Tunisi sulla Società dell’Informazione”, ha spiegato Lenoci, intervenuto nel corso dell’ultima edizione di Internet Governance Forum (IGF) a Vilnius, in Lituania.
“Ma soprattutto – ha continuato il delegato del ministro Brunetta – dobbiamo raccogliere le indicazioni, gli orientamenti e le migliori pratiche, al fine di elaborare progressivamente un metodo riconosciuto a livello internazionale”. E la promozione di vari progetti di e-government – in particolare con paesi in via di sviluppo nell’area del Mediterraneo – contribuirebbe “a rafforzare le prospettive per un accesso in un contesto di cooperazione e collaborazione”.
Nella visione illustrata (o illuminata) da Lenoci, la risposta internazionale ai problemi della Internet governance dovrebbe assumere la forma di un processo di condivisione e confronto , ricavato da una “interessantissima analogia storica”. Qui il ritorno alla figura di Domenico Azuni, “insigne giurista sardo” che si occupò di stendere un “innovativo codice del diritto marittimo” che permise di definire in modo sistematico tutte le leggi, gli usi, le abitudini e le decisioni consolidate in Europa.
“Come nel caso della navigazione marittima internazionale – ha continuato Lenoci – oggi è chiaro che Internet non accetterebbe una governance top-down , ma soltanto una basata sulla condivisione comune di prassi e pratiche universalmente riconosciute”. Per questo, bisognerebbe disegnare il metodo Azuni in un approccio multi-stakeholder .
Il delegato del ministro Brunetta si è poi avviato verso le sue conclusioni, fornendo agli spettatori di IGF un quadro sintetico dell’intero discorso.
“In sintesi, al fine di sviluppare la nostra idea abbiamo bisogno di disegnare il nostro metodo Azuni in un approccio multi-stakeholder , selezionando i migliori strumenti e procedure in grado di gestire la proposta descritta, e trovando il modo per soddisfare le esigenze dell’individuo ancora non sufficientemente garantito su Internet e dando, al tempo stesso, una chiara definizione dei doveri collegati alla Rete”.
Lenoci ha dunque sottolineato come questa proposta non abbia pretese rivoluzionarie , limitandosi a riflettere pienamente l’obiettivo del dibattito sviluppato durante le più recenti riunioni IGF.
Mauro Vecchio