È stata una conferenza piuttosto turbolenta quella tenutasi lo scorso 15 novembre nel corso dell’ Internet Governance Forum (IGF) di Sharm El Sheikh, in Egitto. Alcuni rappresentanti di OpenNet Initiative erano riuniti per presentare un libro in uscita nei primi mesi del 2010, dal titolo Access Controlled: The Shaping of Power, Rights and Rule in Cyberspace . ONI aveva prenotato regolarmente una delle sale destinate all’IGF, ma poco prima dell’inizio della presentazione è accaduto qualcosa che ha decisamente movimentato gli animi.
Il personale di sicurezza delle Nazioni Unite è prontamente giunto all’ingresso della sala, chiedendo non troppo gentilmente ai membri di ONI di rimuovere un poster che campeggiava a pubblicizzare l’evento di presentazione del libro. Il poster conteneva dei riferimenti espliciti alla cosidetta Grande Muraglia Digitale , eretta dalle autorità della Cina per preservare i suoi netizen da contenuti ritenuti poco ortodossi e nocivi alla morale delle generazioni.
Il nuovo libro di ONI è incentrato sui vari meccanismi di filtraggio della Rete, su certe pratiche di rigorosa sorveglianza da parte di certi governi nel mondo. Sul poster, il passaggio che non è piaciuto ad alcuni delegati presenti all’evento recitava: “La prima generazione di controlli, tipicizzata dal Great Firewall cinese, viene rimpiazzata da tecniche più sofisticate che vanno al di là del semplice oscuramento delle informazioni, tentando di rendere normale (o addirittura legale) un clima generale di controllo”. Per gli autori del testo, questa nuova generazione di meccanismi includerebbe , tra gli altri, attacchi strategici di tipo DDoS e malware mirati.
A questo punto i rappresentanti di ONI hanno rifiutato l’imparziale consiglio del personale di sicurezza delle Nazioni Unite, che per tutta risposta hanno deciso di arrotolare il poster e portarselo via . Questo non sarebbe stato, a detta loro, pre-approvato da alcuni delegati presenti all’IGF. ONI ha protestato, chiedendo al personale di sicurezza UN di offrire delle spiegazioni concrete a sostegno delle proprie azioni. La risposta è stata vaga, parlando di un poster non autorizzato e di obiezioni mosse da parte di uno stato membro.
Non si è trattato del primo incidente che ha coinvolto i membri di ONI. Allo stesso IGF, il medesimo personale di sicurezza UN ha chiesto loro altrettanto gentilmente di smetterla di far circolare un invito a un altro evento, con tema l’attuale situazione in Tibet. Anche qui, le Nazioni Unite hanno spiegato che i volantini su un film sul Tibet libero non erano stati approvati al momento di prenotazione della sala. Inoltre, gli stessi responsabili di IGF hanno spiegato a ONI che temi politici di quel genere non facevano parte dell’agenda del forum egiziano.
Non di questo avviso Ron Deibert, co-fonodatore di OpenNet Initiative : “Se non siamo autorizzati a discutere di temi come la censura di Internet, la sorveglianza e la privacy presso un forum dedicato al governo della Rete, allora mi chiedo quale sia davvero il punto di IGF”.
A fare il punto, in qualche modo, ci ha pensato il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, recentemente intervenuto durante un incontro con alcuni studenti universitari di Shanghai. “Credo fermamente nella tecnologia – ha esordito Obama – e credo altrettanto fermamente nella sua apertura, all’interno del flusso di informazione. Credo che più questo flusso scorrerà libero, più la società si rafforzerà, dal momento che i cittadini del mondo potranno controllare i propri governi, facendoli sentire responsabili delle loro azioni”.
Barack Obama ha poi fatto riferimento alla Muraglia Digitale cinese, definendosi un forte sostenitore di un utilizzo aperto della Rete. “Credo fermamente nell’abolizione della censura – ha continuato il Presidente statunitense – e sono convinto che una Internet libera faccia parte della forza degli Stati Uniti. Un accesso privo di restrizioni è una fonte preziosa, di forza, e credo debba essere incoraggiata, al di là delle differenze percepite in diversi paesi del mondo”.
Mauro Vecchio