Per Hewlett-Packard e il suo nuovo CEO Meg Whitman è tempo di bilanci: l’amministratore delegato del colosso statunitense dei PC che voleva vendersi i PC ha comunicato agli azionisti i dati (negativi) dell’ultimo trimestre dell’anno fiscale, preannunciando un futuro immediato ancora duro da digerire e una possibile ripresa nel 2013.
Nel 2011 HP perde, e naturalmente tra le cause principali c’è l’acquisizione andata a male di webOS : i numeri dicono che lo “scherzetto” dell’ex-CEO Apotheker e del business fallimentare dei tablet TouchPad è costato alla corporation la bellezza di 3,3 miliardi di dollari.
HP è riuscita a trasformare quella che veniva considerata come un’impresa sulla carta vincente – la realizzazione appunto da parte di Palm di webOS sotto l’ala protettiva del primo produttore al mondo di PC – in un disastro di cui ancora si vede costretta a pagare le conseguenze.
E le conseguenze della situazione contingente HP continuerà a pagarle anche nel 2012, dice Whitman agli azionisti, perché oltre al fallimentare business webOS/TouchPad c’è da mettere in conto la contrazione di acquisti di hardware informatico dovuto alle difficilissimi condizioni economiche nelle regioni mature (USA, EMEA).
Che cosa intende fare dunque HP per continuare a restare a galla e provare ad agganciare il rimbalzo nel 2013? Whitman parla di un “ritorno alle basi del business” della corporation durante tutto il 2012, la riorganizzazione delle risorse e una rinnovata scommessa sulla capacità di innovare proveniente dall’interno. E webOS? HP deciderà cosa farne entro dicembre.
Alfonso Maruccia