Il Black Friday nasce dal nulla e diventa fenomeno globale. Non importa se resta ancorato al nulla: è ormai convenzione “sociale” di mercato come un modo per darsi appuntamento tra domanda ed offerta in cerca del miglior affare per ambo le parti. C’è chi vuole svuotare magazzini e chi vuole prepararsi al Natale, così che alla fin fine il Black Friday è una buona idea e vissero tutti felici e contenti.
Il Black Friday ci ha cambiati
Una cosa è certa, però: il Black Friday ci ha cambiati. Ha cambiato le nostre abitudini, eradicando per primo e con maggior incisività il sano gusto dello shopping. La magia del Natale si consuma nello spazio tra il mouse e lo schermo, senza l’immaginario delle vetrine imbandite, la neve che scende e i marciapiedi affollati. Non c’è lo scampanellìo di una porta di bottega che si apre, ma un cookie wall da chiudere: certamente meno poetico, sicuramente meno romantico.
Quel che è cambiato è il fatto che anticipiamo il Natale di almeno un paio di settimane rispetto a quell’8 dicembre che una volta (da tradizione) rappresentava l’inizio della strada verso la natività. A prescindere dal valore religioso – non è questa la sede – il Black Friday è diventato un tirante che allunga il campo di battaglia delle offerte natalizie, crea i presupposti per lanciare nuove offerte e tiene alta l’attenzione attorno ai prodotti.
Tutto ciò ha però una conseguenza naturale innegabile: se una volta si cercava anzitutto una buona idea, oggi si cerca principalmente un buono sconto. Non è nemmeno più questione di prezzo in sé, ma di percentuale: maggiore è lo sconto applicato, maggiore sarà l’appetibilità. Conta poco, dunque, se un prodotto fosse già in sconto nelle settimane precedenti: il taglio ai prezzi del Black Friday è la fotografia di una vetrina, è la luce puntata sul brand, è il volume dei campanacci che richiama l’attenzione.
-54% su uno smart band, -47% su uno smartwatch, -63% su un bundle Echo+Hue: cifre altisonanti, paraboliche, iperboli del marketing che illuminano le serate sullo smartphone scegliendo qualcosa per sé e qualcosa per i propri cari. Il budget sarà dettato più dalle bollette che non dalla tredicesima, ma lo sconto a doppia cifra sarà la direttrice di tutti i migliori funnel. Ne parleranno tutti, ne parleremo tutti: gli sconti come consigli, come richiami, come lucine intermittenti che tentano di accendere il Natale prima ancora che l’autunno abbia fatto cadere le foglie.
Il Black Friday ci ha cambiati, ma non può essere altrimenti. La cosa importante, tuttavia, è un’altra: non conta tanto il modo in cui un prodotto è stato acquistato, quanto il modo in cui un prodotto sarà donato. Questo non cambia mai nel Natale: lo spirito, il buon cuore, l’affetto. Approfittare degli sconti è in realtà la cosa più naturale e costante della storia, a mutare sono stati soltanto la forma ed i cani d’espressione. Benedetto sia il Black Friday, insomma, se non diventa soltanto un elenco di sconti, ma riesce ancora ad essere una lista di persone da accontentare, di affetti da accudire, di carezze da distribuire. A quel punto non sarà lo sconto a comandare, né il budget, né il sito da cui si sarà effettuato l’acquisto: i corrieri saranno anche quest’anno i moderni Babbo Natale che correranno per le vie del mondo portando quel regalo che ogni bambino desidera. Tutto ha un prezzo, tranne il sorriso che ne scaturirà: quello è solo valore e nessun Black Friday lo può cambiare.