Roma – È bastata la pubblicazione di una breve nota sul sito della semisconosciuta Forgent Networks per alzare un polverone come da tempo non se ne vedevano. Un polverone giustificato dal fatto che Forgent non solo si dice pronta a richiedere royalty e diritti sull’utilizzo della tecnologia di compressione delle immagini JPEG (.jpg), ma avrebbe anche già iniziato a riscuotere da alcuni importanti produttori.
Nella sua nota l’azienda sostiene di essere l’unica ad avere il diritto all’utilizzo e a dare in licenza la tecnologia di compressione JPEG in tutti i campi, con l’unica esclusione delle trasmissioni satellitari. Secondo Forgent, l’azienda può chiedere royalty per tutto quello che va dalle telecamere digitali ai telefoni cellulari più avanzati, dai browser agli scanner, dai sistemi di trasmissione di immagini digitali ai software per la gestione delle stesse e altro ancora.
Come ricostruisce Paolo Didoné sul sito no-patents, “Forgent Networks (ex VTEL) è una società texana che basa il suo business sulla videoconferenza. Nel 1997 ha acquisito una piccola società chiamata Compression Labs che tra i vari assets aveva anche un brevetto sui “sistemi di codifica per ridurre la ridondanza”. Compression Labs non ha mai rivendicato il diritto del pagamento di royalties da chi utilizzava questo algoritmo”. Ma le cose stanno cambiando.
Il brevetto rivendicato da Forgent è il numero 4.698.672, relativo a “Sistema di codifica per la riduzione della ridondanza”, un brevetto che riguarda un algoritmo utilizzato in JPEG. Secondo Forgent Networks, il brevetto riguarda gli algoritmi su cui si basa il JPEG, qualcosa di molto simile a quanto fu rivendicato da Unisys sulla compressione delle immagini “GIF”.
Come scrive Dpreview , Forgent ha intenzione di arricchirsi con questo brevetto e ha già iniziato ad avvicinare le grandi corporation e i produttori di software che utilizzano il suo algoritmo. Tanto che, come conferma The Register , Sony avrebbe già versato per l’utilizzo della tecnologia la bellezza di 15 milioni di dollari, una somma importante se si considera che 22 milioni di dollari è il fatturato di Forgent nell’ultimo trimestre.
Cosa accadrà a questo punto? Difficile dirlo. Si apre senz’altro una stagione di dispute legali che riguarderanno, almeno in questa fase, soprattutto i produttori americani. Come osserva Didoné, infatti, “questi problemi per ora non riguardano noi europei, ma solo gli Stati Uniti, dove è permesso brevettare algoritmi”. Questo non significa, visto l’ampio utilizzo delle tecnologie made in USA anche al di qua dell’Atlantico, che l’iniziativa di Forgent non potrà avere ampie ripercussioni anche in Europa…