Nella contesa tra MediaFire e SkipScreen ci si è appena infilata Electronic Frontier Foundation, e la celebre organizzazione per la difesa dei diritti digitali ha tutta l’intenzione di liquidare in fretta la questione con la forza della logica e dell’ABC legale. Motivo del contendere il presunto comportamento scorretto degli utenti di SkipScreen , plug-in per Firefox che funziona alla stregua di un ad-blocker , nei confronti di quei servizi di file hosting gratuiti come appunto è MediaFire.
Nella lettera inviata a Mozilla (i cui server ospitano il plug-in assieme ai tanti altri disponibili per il browser del Panda Rosso), i legali di MediaFire evidenziano quello che ad avviso del loro cliente proprio non va con SkipScreen: l’estensione, dicono gli avvocati, permetterebbe di “rubare banda” a MediaFire scaricando materiale extra durante l’automazione del processo di click-attesa-click necessario a scaricare i file.
Sarebbe poi violata la “acceptable use policy” di MediaFire, il “contratto” che l’utente implicitamente sottoscriverebbe durante l’utilizzo del servizio. Fred von Lohmann, avvocato senior di EFF, risponde a entrambe le presunte violazioni specificate da MediaFire sostenendo in pratica che la connessione, il browser e il computer sono di proprietà dell’utente , e non è affare delle dotcom come il suddetto decida di impiegare i dispositivi e i servizi a sua disposizione.
“Le argomentazioni di MediaFire sono totalmente fuori strada” dice von Lohmann, perché tutto quello che SkipScreen si limita a fare è automatizzare i click e il periodo di attesa (che in genere viene impiegato per somministrare advertising) necessario a scaricare la risorsa interessata. È un po’ come avere qualcuno che fa click e naviga al posto tuo, suggerisce l’avvocato di EFF, non c’è nessun “download extra” dai server di MediaFire. Per quanto riguarda la “user policy” indicata dal provider, poi, non ve n’è alcuna traccia durante tutta l’operazione di download prevista dal servizio e quindi MediaFire non ha alcun diritto di accampare pretese.
“Certamente – continua von Lohmann – MediaFire preferirebbe che rimaniamo seduti mentre loro visualizzano ad per noi”, ma fortunatamente “non c’è niente nel codice legale che stabilisca che la semplice visita a un sito web implichi la perdita del diritto di controllare il mio desktop”.
Alfonso Maruccia