Gran parte del calcio inglese si è affidato al mondo dei token e delle criptovalute per arrotondare i proventi in un momento tanto complesso come quello della pandemia. Così è successo anche nel calcio italiano, dove buona parte delle squadre di fascia alta hanno oggi uno o più brand legati a questo tipo di mercato. L’entusiasmo di molti e i dubbi di pochi hanno circondato questa evoluzione degli sponsor sulle maglie, ma nel frattempo iniziano ad aprirsi crepe che, nel caso del Manchester City, fanno decisamente discutere.
Il ruolo delle criptovalute è particolare poiché monetizza il rapporto tra fan e club come mai era successo prima, dando ai primi una sorta di potere (di facciata) nelle politiche della società o nel rapporto con i giocatori, il tutto passando attraverso criptovalute e token dedicati da acquistare a suon di euro, dollari o sterline. Fin qui, per quanto opinabile, tutto lecito. Il problema sta nell’affidabilità di certi brand, sui quali sarà probabilmente necessario qualche approfondimento ulteriore per evitare di gettare i tifosi in mano a speculazioni rischiose.
I casi Manchester City e Barcellona
Il caso Manchester City è al centro delle cronache di queste ore in virtù della partnership con la startup 3Key. Il gruppo di “Decentralized Finance” è stato al centro delle ricerche di alcuni tifosi che volevano capirci qualcosa di più, ma che ben poco son riusciti a sapere sul brand, sui suoi fondatori, sulle sue origini e sulla sua attività. I siti ufficiali 3Key sono scomparsi, poi riapparsi, infine si è arrivati ad una sospensiva dell’accordo con il Manchester per tentare di far chiarezza sul caso.
Ma non è un caso isolato: il Barcellona ha fermato un progetto similare portato avanti da Ownix, NFT basati su Ethereum che nel giro di pochi giorni sono passati dall’essere protagonisti della nuova stagione del Barca ad essere rimossi in modo coatto dai piani del club.
Molti dubbi sono già stati disseminati nei mesi passati circa i tipi di contratti in essere con le squadre, poco rassicuranti e potenzialmente rischiosi: capitali nuovi in un momento difficile, ma la cui entità andrà valutata soltanto in una seconda fase, a bocce ferme, a criptovalute rivalutate ed a denaro contante incassato. Le crepe che Manchester City e Barcellona hanno mostrato, intanto, preoccupano. E devono preoccupare anche le squadre italiane (Juventus e Inter tra le altre) che su questo fronte hanno mosso le proprie ambizioni per la stagione in corso.