Roma – L’impiego del telefono cellulare a scopo medico sembra essere l’obiettivo di molti studi: dai risultati di alcune ricerche condotte in Giappone emerge la possibilità che il sistema molecolare dell’organismo umano possa essere mantenuto sotto il controllo da un telefonino. Presto, dunque, potrebbe esistere un “dottor Cell” che tiene d’occhio la salute degli utenti. E NTT DoCoMo ci sta già lavorando.
L’azienda, riferisce il New York Times , pensa a cellulari che in futuro possano essere dotati di “DNA chip”, ossia di dispositivi in grado di monitorare e analizzare l’organismo dell’utente sotto il profilo molecolare, per fornire tempestivi avvertimenti sulla possibilità o la predisposizione di contrarre un virus, sul livello di stress fisico e su altri fattori che possano influenzare lo stato di salute.
Esiste un problema niente affatto banale per attività simili: per ottenere questo tipo di dati, il DNA chip dovrebbe poter disporre del materiale biologico da analizzare . E qui entra in gioco una tecnologia di “comunicazione molecolare”, basata su proteine-motore (che normalmente si trovano nei tessuti muscolari e nelle cellule nervose) in grado di “trasportare” specifiche molecole.
Shuichiro Ichikoshi, portavoce di NTT DoCoMo, spiega che l’azienda – in collaborazione con l’Università di Tokyo – sfruttando il sudore umano ha sperimentato l’utilizzo di queste proteine-motore, collocandole su un substrato di vetro in grado di veicolarle verso i sensori del DNA-chip. In pratica, per consentire al DNA chip di analizzare alcune molecole, potrebbe essere sufficiente passarsi il telefono sulla pelle della fronte . O magari sotto l’ascella, per un’analisi più approfondita.
Tutto è ancora molto futuribile. Fantascienza? Forse, ma da NTT DoCoMo hanno già tracciato un orizzonte: Shuichiro Ichikoshi prevede che la tecnologia possa essere realizzata entro cinque anni . Per vederla nei cellulari, invece, potrebbe essere necessario almeno un altro lustro.
Dario Bonacina