Da millenni l’essere umano cerca di esplorare tutto ciò che si trova di fronte: una cosa che però spesso viene dimenticata, è che da esplorare c’è tanto anche dentro la testa di ognuno di noi. Il cervello umano infatti, ancora oggi, stupisce ricerca dopo ricerca grazie a scoperte sensazionali. Una delle più recenti sembrerebbe confermare che, anche mentre dormiamo, il nostro cervello riesce a riconoscere le voci familiari da quelle sconosciute.
Il cervello sembra rispondere in modo selettivo anche durante il sonno: questo non significa quindi che le persone, dormendo, riescono a processare informazioni esterne, ma soltanto che lo stimolo ricevuto da una voce familiare è diverso dallo stimolo prodotto da una voce sconosciuta.
Una ricerca scientifica dimostra che il nostro cervello riconosce suoni familiari
Lo studio è stato fatto su 17 persone, di cui 14 donne: durante il test sono state fatte ascoltare, nel sonno, voci conosciute e sconosciute, misurando tutto con un polisonnigrafo. Il risultato misurato – utilizzando vari fattori e spunti d’analisi – è stato molto interessante.
I complessi K sono forme d’onda di alto voltaggio rilevabili con un elettroencefalogramma e vengono registrati durante la fase 2 del sonno, la non-REM. Ciò che si sa, per ora, è che i complessi K servano a determinare la soppressione dell’eccitazione corticale in risposta a stimoli valutati come non pericolosi, e a mantenere la memoria del sonno.
Lo studio ha evidenziato che, in caso di voci sconosciute, i complessi K sono stati più stimolati di quando a parlare erano voci conosciute: questo evidenzierebbe quindi una capacità del cervello di saper discernere, anche mentre si dorme, la voce di chi parla. I dati sono differenti anche per le altre reazioni, molto più alte nel caso di voci sconosciute, come se il cervello reagisse all’ignoto in modo autonomo e, soprattutto, più marcato di quando invece a parlare è la voce di una persona familiare.