Un team di ricercatori americani e cinesi ha realizzato un prototipo di chip “eco-compatibile” che più compatibile non si potrebbe, un package che elimina la quasi totalità del materiale semiconduttore di un chip tradizionale con tutti i vantaggi sull’impatto ambientale che la novità comporta.
Il chip usa materiale derivante dalla cellulosa naturale per il substrato che supporta i transistor veri e propri, adottando per la precisione nanofibrille di cellulosa (CNF) rivestite di resina sintetica così da rendere la superficie liscia e resistente all’espansione durante la fase di riscaldamento.
Il substrato costituisce la gran parte di un chip al silicio, dicono i ricercatori, e facendo uso della loro “ricetta” a base di legno è possibile ridurre del 99,9 per cento il materiale semiconduttore impiegato per la sua realizzazione. Non bastasse questo, sostengono ancora i suoi ideatori, il chip è dotato di prestazioni comparabili a quelle dei moderni circuiti elettronici allo stato dell’arte.
Diversamente da una CPU Intel Core i7 qualsiasi, però, il chip con substrato di cellulosa è biodegradabile: l’ordinario ciclo della natura, tra funghi e umidità, si incarica della decomposizione dell’aggeggio, un processo controllabile che impiega un tempo variabile tra giorni e mesi a seconda delle condizioni ambientali.
Alfonso Maruccia