Interessante idea quella di un documentario sulla vita degli animali del Tubo. Esseri viventi strani, d’altronde, quelli che popolano i contenitori di User Generated Content : si riprendono, filmano quello che li circonda, parlano da soli, pensano alla fama (pur non conoscendo, in molti casi, la massima di Andy Warhol sulla sua durata), intercettano e amplificano meme, cristallizzano i ricordi e i momenti più importanti della propria vita con una canzone (di cui non detengono i diritti, come spesso confessano candidamente specificando “che lo fanno solo per rendergli omaggio) e poi condividono il tutto con chiunque possa essere interessato. Quel chiunque oggi è un regista famoso, e la propria piccola registrazione una testimonianza destinata alle generazioni future.
YouTube ha infatti annunciato un progetto, chiamato “Life in a Day” che porterà sul grande schermo i video di alcuni dei propri utenti, selezionati da Ridley Scott (in qualità di direttore esecutivo dell’operazione) e di Kevin Macdonald , regista di L’ultimo Re di Scozia (che nell’occasione si occuperà del montaggio). Co-registi saranno invece tutti gli utenti i cui video verranno utilizzati. Venti saranno inoltre selezionati per partecipare alla premiazione del Sundance Film Festival 2011 , occasione in cui il film sarà presentato.
Per contribuire al progetto basta caricare (entro il 31 luglio) sul canale Life in a day le proprie riprese effettuate il 24 luglio , il giorno consacrato all’iniziativa. Per il resto (tema, eventuali indicazioni ecc.) YouTube vuole lasciare la maggior libertà possibile agli utenti: alcune linee guida sono tuttavia contenute nella pagina ufficiale (ma si raccomanda semplicemente di non fare uso di marchi, musica o altre opere protette da copyright e si esprime una preferenza per l’alta risoluzione).
Un progetto simile era già stato portato avanti, per esempio, da Flickr il 5 maggio 2007, ma gli autori parlano di un esperimento unico : ” Life in a Day è una macchina del tempo che permetterà alle generazioni future di sapere com’era vivere il 24 luglio 2010″, spiega Macdonald, “un esperimento unico che sfrutterà le risorse infinite di riprese effettuate dalla community online”. Il regista, in ogni caso, mette le mani avanti: “non si tratterà di un prodotto mainstream, ma di un lavoro sperimentale”.
L’interesse di Google, in questo caso, è avvicinarsi (pur con un intervento autoriale di rilievo) ai meccanismi del cinema indipendente e in particolare a quel movimento ideale che, grazie al digitale e alle community online, ha permesso di vedere arrivare sullo schermo numerose idee e produttori autonomi, dalle Web serie ai fan movie.
Uno degli ultimi esempi di successo di questo movimento (ma sarebbe più corretto parlare di “possibilità produttiva”) è Iron Sky , della community già all’origine di Star Wreck , altro prodotto originato dalla Rete.
La storia di questo ( non ancora ) film è emblematica : grazie a due falsi trailer (girati con un massiccio utilizzo di software Maya 3D) che su YouTube hanno registrato un grande successo (solo il primo con oltre 1,3 milioni di visite) ha racimolato i fondi per prodursi realmente. Un totale di 8,5 milioni di dollari, da diversi micro-investitori e 12 finanziatori tradizionali , che lo rendono il fan movie più costoso di sempre .
Crowdsourcing, hype, ibrido fan/investitori: sono tanti gli ingredienti che la troupe potrà ringraziare al momento dell’inizio delle riprese il prossimo autunno. In ogni caso si tratta di un esempio per il cinema che non si sente minacciato dalla Rete.
Claudio Tamburrino