Roma – E’ categorico l’impegno dichiarato da Aurelio De Laurentiis: i produttori cinematografici italiani non concederanno i diritti di sfruttamento dei loro film alla telefonia mobile, almeno fino alla prossima primavera.
La posizione del presidente dell’Unione produttori (Unpf) è stata ufficializzata nella riunione tenutasi mercoledì a Roma, all’Agis, tra le associazioni dell’esercizio, Anec, Anem ed Acec, della produzione, Unpf e Api, della distribuzione, Unidim, e delle industrie tecniche, Unitec.
Non si tratta di una pausa di riflessione: il time-out ha lo scopo di permettere la definizione di un accordo quadro che disciplini lo sfruttamento dei film.
Paolo Pozzi, presidente dei distributori, allineato alle dichiarazioni di De Laurentiis, ha aggiunto che le imprese associate continueranno ad osservare le attuali “window”, ossia gli intervalli di tempo tra la prima visione dei film in sala e lo sfruttamento successivo attraverso altri canali, in attesa della definizione di una regolamentazione per i principali aspetti del rapporto tra distribuzione ed esercizio.
I big dell’industria hanno anche deciso di riunirsi periodicamente per decidere cose come l’uscita di film in contemporanea internazionale, la stagione estiva, i termini di pagamento dei canoni di noleggio e altri aspetti legati a fattori commerciali.
“E’ un passo in avanti positivo” ha dichiarato il presidente dell’Anec, Paolo Protti, convinto che “con questa assunzione di impegni da parte della produzione e della distribuzione e con la prospettiva di individuare insieme i corretti comportamenti da seguire tra le parti, si è posto un freno ad una pericolosa deriva verso la frantumazione dei rapporti che ha già prodotto pesanti ricadute negative sul mercato”.
L’urgenza di una riunione sull’opportunità di rispettare le window, attesa da tempo dalle associazioni di categoria, si è fatta ancora più pressante in seguito alle polemiche nate dall’iniziativa di distribuire il film “The Interpreter” sui piccolissimi schermi dei videofonini di TRE , in contemporanea programmazione nelle sale cinematografiche. E i consumatori? Ce la faranno ad attendere ancora dei mesi prima di vedere sul microdisplay di un cellulare le opere di grande spessore che già affollano le sale?
Dario Bonacina