Il corsaro del WiFi rischia 10 anni

Il corsaro del WiFi rischia 10 anni

Un giovane informatico statunitense è accusato di aver sabotato i punti d'accesso senza fili di proprietà d'un ISP locale: accedeva ai router WiFi degli utenti del provider. Un reato considerato molto grave
Un giovane informatico statunitense è accusato di aver sabotato i punti d'accesso senza fili di proprietà d'un ISP locale: accedeva ai router WiFi degli utenti del provider. Un reato considerato molto grave


Salt Lake City (USA) – Ryan Fisher, 23 anni. Professione: tecnico informatico, impiegato presso un ISP americano, SBT. Il giovane viene licenziato e vuole vendetta. Decide così di utilizzare i dati degli utenti, sottratti dagli archivi dell’azienda, per iniziare una nuova “carriera” da corsaro del WiFi . Ma la passione per il wardriving e la connettività Internet a spese altrui potrebbe costargli cara: fino a 10 anni di reclusione.

Fisher, come tanti altri wardriver , si connetteva alla Rete sfruttando l’accesso abusivo agli hotspot usati dagli abbonati di SBT. Tutto sembrava andare per il meglio ed il misfatto è venuto a galla solo quando Fisher ha deciso di sabotare gli access point violati . Un disastro: il tecnico ha precluso definitivamente l’accesso ai legittimi proprietari.

Non solo: Fisher, preso dalla rabbia per il licenziamento, ha deciso di accedere ai server dell’ISP ed oscurare completamente un’intera zona coperta dal servizio WiFi dell’ISP. Un errore fatale.

Molti utenti hanno scoperto di non potersi più collegare tramite interfaccia WiFi. Gli amministratori dell’ISP hanno velocemente individuato il problema: decine di punti d’accesso e ponti radio di proprietà dell’azienda erano stati completamente disattivati .

I legali del provider hanno quindi avviato una serie d’indagini approfondite grazie all’aiuto delle forze dell’ordine, ed entro pochi giorni sono riusciti a rintracciare Ryan Fisher. Gli avvocati hanno quindi denunciato l’ex dipendente per violazione di sistema informatico , nonché per sabotaggio industriale . Due accuse pesantissime, che possono portare Fisher dietro le sbarre e costringerlo a pagare un risarcimento di 250mila dollari.

Tim Fuhrman, l’agente speciale dell’ FBI che ha seguito il caso, è sicuro che “il ragazzo ha sabotato il provider per motivi di vendetta personale”. Secondo Fuhrman, il fenomeno dei crimini legati all’uso di reti senza fili “è in crescita esplosiva” e rappresenta una delle più grandi “sfide per gli agenti di polizia del futuro”.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
7 mar 2006
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