In italiano suonerebbe come un improbabile “telegestione per mandrie”. Il suo vero nome è in realtà Virtual Fence , il Recinto Virtuale , ma detta così potrebbe risultare riduttiva: questa tecnologia consente di pronunciare comandi direttamente nelle orecchie del bestiame via radio, tracciarne i relativi movimenti attraverso satelliti e, naturalmente, gestire tutto tramite computer. Un sistema tutt’altro che semplice, allo studio e in perfezionamento da anni ed oggi in grado di controllare una moltitudine di situazioni, parametri e circostanze.
Con l’ausilio dei mezzi di oggi, grazie a questo sistema “Potrei essere seduto nel mio ufficio e programmare il bestiame in Mongolia. Non è tecnologicamente impossibile” dice Dean Anderson, ricercatore del Dipartimento per l’Agricoltura statunitense, impegnato da tempo sul sistema con tanto di brevetti a suo nome. L’ultima novità del progetto, così come appare, sembrerebbe proprio un decreto di licenziamento in tronco per i poveri cowboys e un preannuncio di bancarotta per i costruttori di recinti, elettrificati o meno che siano, anche se Anderson non si dimostra così categorico.
Per oltre un secolo i rancheri nel vecchio West hanno controllato le mandrie con recinti di legno o filo spinato e, più recentemente, con quelli elettrificati. Le mandrie, però, debbono potersi muovere per alimentarsi ed essere controllate negli spostamenti per impedire loro, tra l’altro, di contaminare sorgenti d’acqua: questo, sin dal XIX secolo, è stato il vero mestiere del cowboy .
In tutti questi anni, i mandriani hanno sempre impiegato comandi vocali come “gee” e “haw” per spostare le mandrie, racconta USA Today . Ora, grazie alle innovazioni del sistema, questi comandi si potranno impartire “da remoto” e si potrà fare in maniera che i risultati siano visibili a distanza, nel quadro di una vera e propria gestione informatizzata della mandria. E questo non rende superflui né recinti né sorveglianti sul posto, che vedranno però una sensibile riduzione della necessità della loro presenza.
C’è anche un concorrente sul mercato, AgriTech Electronics , che unisce ad uno schema gestionale molto simile a quello di Anderson, l’utilizzo del GPS. La cui presenza, tuttavia, complica gli apparecchi da applicare sul bestiame e diminuisce la durata delle batterie, spiega il quotidiano.
Mr. Morton, fondatore della Working Ranch Cowboys Association in Texas, dice che il costo di cui oggi si parla renderebbe una simile soluzione impraticabile: Anderson, infatti, ha calcolato che al momento ogni apparecchio-prototipo costerebbe 900 dollari , da moltiplicarsi per ogni capo di bestiame. Ma Anderson è anche convinto che, producendo il sistema in quantità industriali, i costi precipiterebbero.
Non occorre secondo Anderson, tra l’altro, dotare ogni capo degli apparecchi: è sufficiente individuare, tra i vari esemplari, i “capi branco”, gli altri li seguiranno. Basta quindi approvvigionarsi di un numero di apparecchi intorno al 3 per cento del totale dei componenti della mandria.
Dunque, i cowboys si preparino a frequentare corsi di alfabetizzazione informatica, perché Anderson continua imperterrito a perfezionare: di quelli “veri”, ha deciso di farne rimanere pochissimi. Tutti gli altri potranno anche rimanere boys, ma molto più cyber che cow.
Marco Valerio Principato