Per misurare la portata di un evento si prendono di solito in considerazione le conseguenze e gli strascichi nei giorni successivi agli accadimenti: che la rivolta dei digger seguita alla soppressione della diffusione della chiave per la decodifica dei videodischi di nuova generazione abbia una portata dirompente lo dimostra il pot pourri di reazioni, commenti e considerazioni che si moltiplicano sul web.
Non bastasse la messa sotto assedio della homepage di Digg di due giorni fa, il bailamme scatenato dalla diffida del consorzio AACS – che promuove gli interessi dell’industria anche mediante iniziative legali a favore delle protezioni anticopia – continua a generare elettricità tra blogger e netizen. t3knomanser ha convertito il numero esadecimale in codici colore , trasformandolo in una immagine GIF e mettendo ironicamente in guardia dal loro utilizzo perché in questo caso si infrange la legge.
Sulla stessa scia l’iniziativa dello sviluppatore web Myles Eftos, che ha notato come la processing key somigli ad una palette grafica, che gli ha infine fatto venire l’idea di una T-shirt a tema di cui è già possibile fare il pre-ordine a questo indirizzo . C’è poi chi parla di similitudini tra questo e il caso oramai storico del DeCSS co-sviluppato dal celebre hacker norvegese DVD Jon.
Un simile putiferio non poteva ovviamente rimanere vincolato alla platea discreta e frammentaria dei netizen che bloggano: la copertura da parte delle testate di informazione ufficiali e dal vasto pubblico si va rinforzando di ora in ora anche in Italia . Mentre ars technica descrive come futili i tentativi dell’industria di richiudere il vaso di Pandora.
Le major, osservano in tanti, nello zittire chi ha diffuso le informazioni riservate, non hanno fatto altro che ottenere l’effetto contrario , facendo per di più aumentare la consapevolezza circa le nuove tecnologie DRM e la disponibilità dei crack relativi ( qui una bella galleria di Wired con le immagini che girano in rete).
Tratta l’argomento anche EFF , la nota organizzazione pro-diritti digitali che alla cifra esadecimale più famosa del momento dedica un interessante approfondimento legale . Secondo gli esperti dell’organizzazione, AACS LA ha il DMCA totalmente dalla sua parte , potendo nei fatti pretendere che le cifre contese spariscano da siti, link e quant’altro presente sul web. Almeno negli States.
Viene vieppiù confutato anche l’argomento che tanto ha tenuto banco tra i digger e nella blogosfera, vale a dire la presunta assurdità del copyright di semplici cifre alfanumeriche: la cosa non ha importanza, dice la EFF, perché la chiave è di per sé una tecnologia – o una sua parte – di aggiramento della protezione, ricadendo quindi in pieno sotto gli effetti del sempre più discusso DMCA americano. Che poi davvero possa sparire, naturalmente, ai più appare come una pia illusione.
Alfonso Maruccia