L’Unione Europea si pone un obiettivo e ne ha presentata in queste ore la visione: entro il 2030 l’Europa dovrà essere autonoma e responsabile dal punto di vista digitale. Non si tratta soltanto di una ambizione legata a sostenibilità e performance aziendali, ma è qualcosa di molto più profondo ed importante: in ballo c’è la sovranità stessa dell’UE, la sua identità, il suo posizionamento nel mondo in relazione alle interdipendenze globali.
Il decennio digitale europeo
L’Europa dispone di un’opportunità unica per ricostruire meglio. Grazie al nuovo bilancio pluriennale e al dispositivo per la ripresa e la resilienza, abbiamo mobilitato risorse senza precedenti da investire nella transizione digitale. La pandemia ha dimostrato quanto le tecnologie e le competenze digitali siano fondamentali per il lavoro, lo studio e la vita sociale, mettendo in evidenza gli aspetti che dobbiamo migliorare. Dobbiamo adesso fare di questo decennio il decennio digitale europeo affinché tutti i cittadini e le imprese possano avere accesso a quanto di meglio può offrire il mondo digitale. La bussola per il digitale presentata oggi ci indica chiaramente la rotta da seguire per realizzare questo obiettivo
Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea
Per meglio illustrare i propri piani programmatici, l’UE fissa quattro punti cardinali attorno a cui disegnare la bussola che dovrà guidare le politiche di avvicinamento all’obiettivo:
- cittadini dotati di competenze digitali e professionisti altamente qualificati nel settore digitale
“Entro il 2030 almeno l’80% della popolazione adulta dovrebbe possedere competenze digitali di base e 20 milioni di specialisti dovrebbero essere impiegati nell’UE nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, con un aumento del numero di donne operative nel settore“; - infrastrutture digitali sostenibili, sicure e performanti
“Entro il 2030 tutte le famiglie dell’UE dovrebbero beneficiare di una connettività Gigabit e tutte le zone abitate dovrebbero essere coperte dal 5G; la produzione di semiconduttori sostenibili e all’avanguardia in Europa dovrebbe rappresentare il 20% della produzione mondiale; 10 000 nodi periferici a impatto climatico zero e altamente sicuri dovrebbero essere installati nell’UE e l’Europa dovrebbe dotarsi del suo primo computer quantistico“; - trasformazione digitale delle imprese
“Entro il 2030 tre imprese su quattro dovrebbero utilizzare servizi di cloud computing, big data e intelligenza artificiale; oltre il 90% delle PMI dovrebbe raggiungere almeno un livello di base di intensità digitale e dovrebbe raddoppiare il numero di imprese “unicorno” nell’UE“; - digitalizzazione dei servizi pubblici
“Entro il 2030 tutti i servizi pubblici principali dovrebbero essere disponibili online, tutti i cittadini avranno accesso alla propria cartella clinica elettronica e l’80% dei cittadini dovrebbe utilizzare l’identificazione digitale (eID)“.
Gli stati membri hanno garantito un impegno importante in questa direzione: almeno 20% del budget dei piani di rilancio e resilienza sarà dedicato al digitale. L’Europa, da parte sua, mette sul piatto fondi destinati ai piani multinazionali di interesse europeo, tra i quali figurano fin da oggi un’infrastruttura di elaborazione dati paneuropea interconnessa, la progettazione e la diffusione di processori a consumo ridotto affidabili di prossima generazione ed amministrazioni pubbliche connesse.
Gli obiettivi, spiega la Commissione, “saranno sanciti da un programma strategico da concordare con il Parlamento europeo e il Consiglio“. Relazioni annuali sui lavori in corso ed un sistema a semafori per dirimere le priorità costituiranno gli strumenti utili a tener traccia dello stato di avanzamento dei progetti.
Il documento pubblicato oggi rappresenta l’inizio di un processo di inclusione. Assieme al Parlamento europeo, agli Stati membri e agli altri portatori di interessi, lavoreremo affinché l’Europa diventi il partner prospero, determinato e aperto che vogliamo che sia a livello mondiale e per far sì che ciascuno di noi possa beneficiare appieno del benessere generato da una società digitale inclusiva
Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale
Per certi versi gli obiettivi riprendono la precedente agenda digitale europea, ma in molti aspetti il tutto è riveduto e corretto alla luce di quanto successo nell’ultimo anno: la pandemia ha dettato priorità e indicato nuove urgenze, rivelando nuove vulnerabilità che il vecchio continente ha l’impellente necessità di riparare.