L’utente informatico medio degli States? Una cornucopia di vulnerabilità, false sicurezze e software di protezione non adeguati : a lanciare l’allarme sulla fragilità dell’infrastruttura IT del paese è uno studio congiunto della National Cyber Security Alliance e dello storico produttore di antivirus McAfee . I netizen credono di avere i cordoni protettivi adeguati alla navigazione e all’utilizzo sicuro del medium digitale per eccellenza, ma si tratta solo di una percezione erronea dalle pesanti conseguenze sia per gli utenti che per la Rete tutta.
La differenza tra quello che credono gli user e lo stato reale delle cose è da capogiro, sostiene Bari Abdul di McAfee. Se il livello di consapevolezza delle problematiche della sicurezza online si è alzato nel corso del tempo , l’esperto sottolinea la presenza di un “falso senso di sicurezza”. Il 93% degli utenti intervistati dice di essere protetto adeguatamente dalle minacce del malware, mentre il 94% dichiara di avere installato un software antivirus sul proprio sistema.
In realtà, il 48% di questi ultimi ha lasciato che la sottoscrizione al programma scadesse , avendo in pratica le protezioni inattive. A poco sembrano servire gli avvisi che l’antivirus necessita di aggiornamento e attivazione: “Forse gli utenti non rinnovano il proprio antivirus perché si trovano in un periodo di crisi finanziaria o perché credono sia una seccatura. Sappiamo che molti consumatori ignorano i messaggi che gli vengono dal software. Il 65% dei consumatori non vuole cliccare manualmente su un update…” si lamenta Abdul.
Il 78% dei consumatori non è inoltre dotato di una combinazione adeguata di applicazioni antivirus, antispyware e firewall installate . E se l’81% degli utenti dispone di un firewall sul proprio sistema, solo il 64% lo tiene attivo quando necessario. Non stupisce quindi sapere che, secondo le scansioni fatte dalle security enterprise autrici dello studio, il 54% dei sistemi inclusi nella ricerca risulti infetto da un virus e il 44% da uno spyware.
Il peggior effetto del senso di falsa sicurezza è ad ogni modo quello di un aumento sostanziale della presenza di dati sensibili sul PC , per non parlare dell’incremento delle transazioni finanziarie online di cui vanno da sempre ghiotti backdoor, trojan keylogger e schifezzaware assortiti. “Se i consumatori vedono un pop-up – dice l’esperto McAfee – pensano sia soltanto un pop-up e non lo collegano direttamente ad una potenziale vulnerabilità”.
La soluzione? Secondo Ron Teixeira, direttore esecutivo della National Cyber Security Alliance, occorre incrementare gli sforzi per educare gli utenti sulle tematiche della sicurezza online . “È per questo che stiamo chiedendo ai consumatori di proteggere se stessi prima di connettersi agli altri – scrive Teixeira in una dichiarazione – e spendere alcuni minuti per cercare i modi di assicurare una protezione migliore alle proprie identità, ai propri computer e all’infrastruttura di rete della nostra nazione contro le minacce cibernetiche”.
Alfonso Maruccia