I ricercatori della Northwestern University hanno creato una variante “stabile” dei pannelli fotovoltaici noti come celle di Gratzel , aprendo la strada alla realizzazione di pannelli economici ma più efficienti che in passato. E che soprattutto non “perdono” il liquido elettrolitico dopo pochi mesi di utilizzo.
Diversamente dalle celle solari a stato solido come quelle realizzate con il silicio, le celle di Gratzel fanno uso di un dye organico “schiacciato” tra due pannelli di vetro conduttivi, con un elettrolito organico in forma liquida che col tempo (18 mesi) tende a corrodere gli elettrodi e letteralmente a fuoriuscire dal pannello.
Quella realizzata dagli scienziati statunitensi è piuttosto una versione di cella di Gratzel con elettrolito solido, dove il composto liquido usato in precedenza lascia il posto a un mix di cesio, stagno e iodio che non soffre dei gravi problemi di durabilità sopra menzionati.
Il nuovo pannello economico made in USA è anche più efficiente nella conversione energetica (10,2 per cento), anche se non è ancora in grado di raggiungere il livello di conversione reso possibile dalle celle fotovoltaiche tradizionali (che arrivano anche al 20 per cento).