Il segreto per il futuro delle memorie non volatili del prossimo futuro starebbe in un ben noto mix di germanio, antimonio e tellurio (GST), un composto già usato per i supporti ottici riscrivibili (CD-RW, DVD-RW, BD-RE) ma i cui segreti chimico-fisici erano sin qui ignoti.
Quei segreti li hanno svelati e studiati il ricercatore Ming Xu e colleghi ingegneri della Johns Hopkins University, i quali servendosi di una pressa dotata di punte di diamante hanno identificato le proprietà del composto GST nel suo passaggio da amorfo a cristallino con l’applicazione di una fonte di calore.
Il composto come detto è stato sin qui adoperato per i dischi riscrivibili, ma il meccanismo preciso per cui esso passasse dalla forma amorfa a quella cristallina (e viceversa) se colpito da un laser non era noto: usando una pressa con punte di diamante e un sistema di rivelazione a raggi-X, Xu e colleghi hanno seguito “al rallentatore” la variazione di fase scoprendo che è possibile mutare la resistenza elettrica del materiale nel corso del passaggio da amorfo a cristallino.
“È come se invece di passare dal nero al bianco – spiegano i ricercatori – si scoprissero gradazioni o una gradazione di grigio nel mezzo”. Sfruttando queste tonalità di grigio e “avendo a disposizione un ampio spettro di resistenze – proseguono – è possibile esercitare un controllo maggiore e registrare molte più informazioni in formato digitale”.
Gli scienziati preconizzano l’applicazione delle qualità del composto GST appena scoperte per la realizzazione di memorie a variazione di fase (PCM) molto più veloci (100 volte) e longeve delle memorie NAND flash attuali.
Alfonso Maruccia