Se volessimo suddividere i prodotti di Apple in tre macro-aree dagli sviluppi e dagli interessi diversi, ci ritroveremmo a parlare di iPhone, iPad e Mac. Certo, poi ci sono anche Apple Watch, Apple TV, i numerosi altri accessori e tutti i servizi (Apple Music e App Store in testa) ma le aree principali di interesse sono le tre citate sopra, soprattutto parlando di hardware, e ognuna offre diversi spunti di riflessione se vogliamo guardare al futuro di Cupertino, che proprio sulla vendita dell’hardware (a differenza dei sui diretti concorrenti) basa il proprio business.
Per quanto riguarda l’iPhone, come abbiamo già avuto modo di raccontare più volte , quest’anno ricorre il decimo anniversario dal lancio del primo modello e ci si aspetta una piccola rivoluzione nel dispositivo di maggior successo delle Mela, anche se per ora siamo ancora alle prese con numerose indiscrezioni più o meno fantasiose. Questo non ci impedisce di fare qualche considerazione in merito al futuro del melafonino, ma lasciamo questo argomento per ultimo, perché recentemente Apple ha dato modo di far parlare di sé riguardo gli altri due protagonisti del panorama hardware di Cupertino, iPad e Mac, e partiamo proprio dal tablet della Mela.
Qualche settimana fa , in occasione del lancio dell’iPhone (PRODUCT)RED (la sigla che identifica i dispositivi dal classico colore rosso, i cui proventi verranno in parte destinati alla ricerca contro l’HIV) Apple ha rilasciato anche una nuova versione dell’ iPad da 9,7 pollici . Le novità tecniche del nuovo tablet della Mela sono importanti ma non eclatanti: si tratta più che altro di un aggiornamento della linea che porta un processore nuovo e più prestante (anche se parliamo dell’Apple A9, non del più recente A10 presente sull’iPhone 7, e nemmeno dell’A9x della serie “Pro”) e uno schermo migliore. Ma siamo sempre (e giustamente) un gradino indietro rispetto alla serie “Pro”, soprattutto al modello della stessa dimensione che vanta numerose opzioni in più anche rispetto al fratello maggiore, soprattutto riguardo la camera e il display.
Dove sta allora la vera novità di questo iPad? Sappiamo tutti che le vendite del tablet della Mela sono in calo ormai da qualche anno: si tratta di calo costante anche se non pronunciato, come ad indicare che l’interesse verso il mondo dei tablet non sia improvvisamente crollato, ma piuttosto ridimensionato, e stia cercando un proprio equilibrio in quella terra di mezzo tra computer e smartphone dove ognuno sta cercando di dire la sua, tra tablet, phablet, convertibili, e chi più ne ha più ne metta. Parlando più specificatamente di Apple, se andiamo ad esaminare i dati totali delle vendite possiamo notare che il calo vero e proprio delle vendite è iniziato nel 2014, ma già durante il 2013 c’era stato qualche scossone… A questo punto, anche se non è semplice trovare una spiegazione a tutto, né tantomeno additare un colpevole per questa situazione, qualcuno ha notato che proprio l’ultimo trimestre fiscale del 2012 ha coinciso con la presentazione dell’iPad mini, prodotto che apparentemente ha cannibalizzato il fratello maggiore. A fine 2013 l’iPad mini vendeva quanto l’iPad da 9,7 pollici, pur senza portare benefici in termini del numero totale di tablet venduti: se mi passate il paragone, è un po’ come quando i cloni dei Mac rubavano spazio ai computer della Mela, pur senza incrementate la diffusione di MacOS, e il motivo principale è probabilmente il medesimo: il prezzo. Al di là di tutte le considerazioni sulla praticità di un modello più piccolo e più leggero, chi voleva un iPad trovava nel modello mini un’ottima scelta, con prestazioni pari al fratello maggiore ad un costo sensibilmente inferiore, ed è proprio su questo aspetto che Apple pare voler puntare per far risalire le vendite di iPad.
Guardando attentamente i dati, sarà per le diverse tempistiche degli aggiornamenti, per il ricambio dei primi modelli venduti, o perché il mercato si sta evolvendo in modo un po’ imprevedibile, possiamo notare che da un paio di trimestri a questa parte le vendite dell’iPad da 9,7 pollici sono tornate leggermente a crescere, anche se il totale continua a calare per via del continuo calo di vendite dell’iPad mini… Ecco quindi che Apple potrebbe sfruttare questa particolare condizione proponendo una nuova versione dell’iPad da 9,7 pollici ad un prezzo ancora più basso di quello dell’iPad mini: 409 Euro contro 489. È vero che parliamo del modello da 32GB contro l’unica scelta da 128GB del modello più piccolo, ma anche a parità della capacità di archiviazione, il nuovo iPad da 128GB costa solo 20 Euro in più del mini, e a parità (o quasi) di tutte le altre specifiche, ha un processore migliore e uno schermo più generoso (sebbene non realizzato col processo a laminazione completa e senza trattamento antiriflesso). In definitiva, in questo momento Apple sembra voler puntare a rilanciare l’iPad puntando proprio sull’aspetto economico, e non è detto che, alla luce di queste considerazioni, l’iPad mini non possa anche uscire di scena visto che si vocifera (ormai da mesi) anche dell’arrivo di nuovi modelli con schermi AMOLED da 10,5 pollici… Una voce che, se confermata, significherebbe una piccola rivoluzione rispetto alla via seguita fino ad ora, una via che potrebbe portare ad un’intera linea di iPad completamente nuovi.
Ma se per l’iPad ragioniamo per supposizioni, diverso è il discorso dei Mac. Come ben sa chi segue il mondo Apple, il Mac Pro presentato nel giugno del 2013 (e disponibile solo alla fine di quell’anno) è rimasto pressoché invariato fino a pochi giorni fa, scatenando non poche critiche dal cosiddetto “mondo Pro” che utilizza i Mac per i compiti più ardui. La scelta coraggiosa e innovativa del form factor cilindrico ha reso complicato aggiornare queste macchine, e per una serie di coincidenze che ha visto Apple impegnata su altri fronti e alle prese con alcuni ricambi generazionali, si è arrivati a non avere alcun aggiornamento della linea per oltre tre anni. A valle di tutto ciò, una decina di giorni fa Apple si è resa protagonista di una mossa più unica che rara, soprattutto pensando alla grande riservatezza che ha sempre manifestato riguardo i propri progetti: ha invitato un ristretto gruppo di giornalisti nel proprio centro di sviluppo dei nuovi Mac e, dopo essersi scusata per i ritardi negli aggiornamenti della linea, ha annunciato di essere in procinto di realizzare dei Mac Pro completamente nuovi, ripensati da zero, e modulari… Difficile capire ora come Apple intenderà materializzare questa idea (e qualsiasi prototipo presente nel laboratorio era ben nascosto da pesanti drappi neri), ma ripensando ai cambiamenti che stanno avvenendo anche nel mondo dei portatili, era scontato che qualcosa dovesse cambiare anche sulla linea desktop.
Per quanto il mercato dei Mac sia diventato marginale rispetto ai numeri e ai fatturati di iPhone, parliamo sempre di un business da 25 miliardi di dollari l’anno, con una base di installato pari a 100 milioni di utenti. Anche se l’80 per cento dei computer venduti attualmente sono portatili, con questi numeri c’è spazio per continuare ad investire anche in questo settore, e sarà interessante vedere come Apple affronterà la questione… e proprio su questo aspetto si sono scatenate ulteriori domande e critiche da parte degli analisti: avendo fatto questo annuncio con largo anticipo (i nuovi Mac Pro potrebbero essere disponibili tra oltre un anno, verso la fine del 2018, se non all’inizio del 2019) Apple potrebbe andare incontro al cosiddetto effetto Osborne , ovvero rischiare di rallentare le vendite attuali se gli utenti decideranno di aspettare le nuove macchine, e allo stesso tempo generare un elevato livello di aspettativa che potrebbe non essere soddisfatto quando dovrà togliere i veli sui nuovi Mac. Il primo punto può essere evitato rendendo le macchine attuali più appetibili , cosa che Apple sta già facendo proponendo nuove configurazioni a prezzi più interessanti (anche se dopo oltre tre anni di stasi si tratta di adeguamento più che dovuto); per il secondo punto, Apple dovrà riuscire a sorprendere, e probabilmente inizierà a dare qualche indicazione già quest’anno, quando sono attesi nuovi iMac (tra cui, probabilmente, un modello che verrà denominato Pro ) e forse anche un nuovo Mac mini.
Su quest’ultimo Apple ha dato pochissime indicazioni, limitandosi a confermare che resterà a listino perché ritenuto strategicamente interessante. Personalmente ho sempre accarezzato l’idea di un iMac che fosse la composizione di un Mac mini “incastrato” in qualche modo in un monitor Apple, concetto che si sposerebbe bene anche con l’idea di modularità che pare voler intraprendere Apple, anche se pare che riguarderà solo i Mac Pro ; va comunque ricordato che tra le novità di Cupertino dovrebbe esserci anche un ritorno nel segmento dei display (addirittura con una risoluzione che si spinge fino agli 8K ), il che lascia un barlume di speranza anche alla mia ipotesi strampalata.
E proprio parlando di display, sebbene di tutt’altro genere, ci riagganciamo all’iPhone per chiudere il giro delle strategie future di Apple, anche se i dettagli sull’argomento degli schermi del melafonino richiedono un piccolo preambolo. Sappiamo che Apple realizza gran parte del suo fatturato grazie all’iPhone, e sappiamo che ha grossi margini di guadagno sulla vendita di questo hardware (margine giustificato, se vogliamo, dal continuo investimento fatto su iOS). Per avere ancora più margine, nonché per avere più libertà di personalizzazione dei propri sistemi (in modo tale che hardware e software si sposino alla perfezione) Apple si progetta i processori in casa già da qualche anno, anche se poi deve dipendere da fonderie esterne per la produzione vera e propria. Uno dei partner utilizzati finora è stato l’amico/nemico Samsung, anche se Cupertino si rivolge in modo massiccio anche a TSMC, e non è detto che in futuro non punti ad abbandonare completamente Samsung.
Parallelamente possiamo anche esaminare cosa sta succedendo nel comparto grafico dei dispositivi di Cupertino. Se fino ad ora Apple si era rivolta alle soluzioni di Imagination Technologies , al punto che qualcuno si era azzardato a pensare che Apple potesse anche comprarsi la società inglese, d’improvviso la casa della Mela ha annunciato di voler proseguire anche in questo contesto con soluzioni proprietarie, abbandonando l’utilizzo delle proprietà intellettuali di Imagination, che ha subito un pesante contraccolpo in borsa. Per certi versi il passo era inevitabile: dopo la progettazione di SoC e lo sviluppo di Metal, serviva un aggancio più solido col comparto grafico, anche se la via scelta sarebbe potuta essere completamente diversa.
Al di là di questo, c’è un altro componente cruciale per la produzione di iPhone, per il quale Apple dipende da Samsung: il display. Nello specifico pare che la casa della mela abbia ordinato ben 70 milioni di display OLED a Samsung per la realizzazione dell’iPhone 8. Certo, forse è impensabile che Apple realizzi da zero un proprio progetto di display, anche perché non si tratta di un componente ad alto livello di customizzazione, come avviene invece per la CPU/GPU. Nonostante ciò, queste dipendenza da Samsung potrebbe non rivelarsi strategicamente molto salutare: il concorrente più agguerrito di Cupertino può conoscere con largo anticipo alcune delle sue mosse, che dimensioni avranno i prossimi telefoni e magari anche se integreranno qualche tecnologia particolare (forme arrotondate, sensore di impronte digitali sotto il display ecc…). Inoltre Samsung potrebbe decidere di mantenere un vantaggio competitivo in termini di qualità del display , anche se questa strategia potrebbe essere potenzialmente rischiosa per Samsung, che andrebbe incontro alla possibile perdita di un grosso cliente nel caso in cui Apple si rivolgesse ad altri.
A meno di sorprese inattese, il rapporto tra Apple e Samsung è comunque destinato a proseguire a lungo, ma abbiamo già visto (sia qui che in passato) che Apple non si è mai fatta grossi problemi ad affrontare cambiamenti drastici sotto ogni punto di vista… Cosa succederà in questo ambito lo scopriremo solo negli anni a venire, ma quest’anno sarà sicuramente un anno di svolta per molti prodotti Apple, in attesa del grande cambiamento dei Mac Pro che arriverà invece nel 2018/19.
Domenico Galimberti
blog puce72
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