Steve Ballmer scende in campo , letteralmente: l’ex-CEO di Microsoft ha offerto 2 miliardi di dollari in un’asta per entrare in possesso della franchigia dei Clippers, una delle due squadre di basket della città di Los Angeles. Ballmer è da molti anni un tifoso sfegatato dello sport in questione, e con un patrimonio da 20 miliardi di dollari può senz’altro permettersi di giocare a fare l’imprenditore sportivo. La sua proposta ora dovrà essere approvata dal consiglio direttivo della National Basketball Association (NBA), e se confermata rappresenterà la spesa maggiore mai sostenuta per accaparrarsi una squadra di pallacanestro.
Già lo scorso anno Ballmer era stato indicato come uno dei partecipanti a una cordata per accaparrarsi un altro team NBA, i Sacramento Kings, acquisito con l’intenzione di spostare le operazioni a Seattle: dal 2008 la città dello stato di Washington non ha più un team professionistico che ne difenda i colori, ma il tentativo del 2013 andò a monte a causa dell’opposizione della federazione. Di fatto l’NBA è controllata dai proprietari delle squadre che la compongono, e occorre il 75 per cento dei consensi del consiglio direttivo della federazione per ratificare la compravendita di una franchigia. Questa volta Ballmer non pare abbia intenzione di effettuare cambiamenti significativi: egli stesso potrebbe trasferirsi a Los Angeles per seguire la squadra , una scelta più che sensata visto che la piazza californiana è senza dubbio una delle più ricche e prospere sia per capitali che per pubblico.
Steve Ballmer pare dunque aver messo una pietra sopra il suo passato come dirigente dell’industria IT, e va a far compagnia al suo collega e co-fondatore di Microsoft Paul Allen: anch’egli possiede una squadra NBA, i Portland Trail Blazers, oltre al team NFL Seahawks di Seattle. La decisione di Ballmer di investire nel basket segue le consistenti polemiche che hanno circondato la compagine dei Clippers, a causa delle dichiarazioni razziste profferite dall’ormai ex-proprietario Donald Sterling : quest’ultimo sarebbe stato interdetto dalla gestione del proprio patrimonio personale, e la moglie Shelly sta provando a monetizzare il possesso della squadra prima che l’NBA decida di privare la sua famiglia della proprietà proprio a causa delle deliranti affermazioni del marito. ( L.A. )