Il giogo del portatile sul lavoro

Il giogo del portatile sul lavoro

Un lettore si chiede perché, vista la normativa vigente, sia obbligato ad utilizzare nel proprio ufficio un computer portatile. Ma non è vietato
Un lettore si chiede perché, vista la normativa vigente, sia obbligato ad utilizzare nel proprio ufficio un computer portatile. Ma non è vietato


Roma – Gentile redazione di Punto Informatico, leggevo poco fa un thread che si è sviluppato nel gruppo di discussione it.lavoro.professioni.webmaster sulla legalità o meno dell’uso dei computer portatili sul luogo di lavoro.

Ai sensi dell’Allegato VII al decreto legislativo del 19 settembre 1994 n. 626, infatti, si apprende che sul luogo di lavoro:

“La tastiera dev’essere inclinabile e dissociata dallo schermo per consentire al lavoratore di assumere una posizione confortevole e tale da non provocare l’affaticamento delle braccia o delle mani.

Siccome dalle parti mie “dissociata” vuol dire separata, sono qui a scrivervi. Da quasi due anni infatti lavoro come consulente alle vendite in una celebre azienda che produce impianti sportivi. In dotazione ho un notebook che sono tenuto ad utilizzare quando sono in ufficio e che posso anche trasportare al di fuori dell’azienda, pur essendone responsabile.

In passato ho chiesto, senza ottenerlo, di poter disporre di un più comodo desktop, se non altro perché le ore che passo in ufficio potrebbero essere più produttive se avessi un computer “normale”.

Ora mi chiedo se, ai sensi di quanto ho letto su quel decreto, io non possa imporre alla mia azienda di comprarmi un computer che abbia tastiera e schermo dissociati. Che ne pensate?

Guido Landureil

Caro Guido , la norma che hai citato è facilmente reperibile in rete presso molti siti che si occupano di ergonomia e diritto del lavoro. Si tratta di una norma preceduta da una importante premessa:
“Gli obblighi previsti dal presente allegato si applicano al fine di realizzare gli obiettivi del titolo VI e qualora gli elementi esistano sul posto di lavoro e non contrastino con le esigenze o caratteristiche intrinseche della mansione”.
Questa premessa induce a ritenere che l’azienda potrebbe avere più di un appiglio per rifiutare la tua richiesta. Se però ritieni di andare a fondo della cosa ti consigliamo senz’altro di rivolgerti ad un consulente specializzato o, meglio ancora, ad un legale. Un saluto, ciao! La redazione .

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Pubblicato il
3 lug 2002
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