Roma – UPDATE: La decisione è stata rimandata di 24 ore
“In nessun caso vogliamo le procedure americane sui brevetti in Europa”. Le parole pronunciate dai funzionari del Governo tedesco hanno avuto ampio risalto sulla stampa internazionale e ad esse hanno fatto eco le dichiarazioni del Governo italiano contro l’introduzione dei brevetti sul software nella UE.
Sulla questione che i lettori di Punto Informatico conoscono bene , infatti, il ministro all’Innovazione Lucio Stanca rispondendo ad un sollecito presentato da numerosi parlamentari italiani, tra cui Fiorello Cortiana e Marco Cappato , ha espresso “forti perplessità” sulla nuova direttiva.
In una lettera trasmessa da Stanca ai colleghi di Governo Buttiglione, Marzano e Moratti , Stanca ha indicato i punti critici della direttiva in discussione oggi presso il Consiglio Competitività della UE. I tre ministri rappresenteranno oggi l’Italia al Consiglio europeo e a loro Stanca chiede di far valere l’opposizione italiana alla brevettabilità fondandola su questi concetti:
– L’introduzione della brevettabilità del software avviene a fronte di grandi lacune , con il rischio “di estendere i casi di applicabilità del brevetto del software già possibili nella situazione attuale (30.000 brevetti software e simili già concessi dall’European Patent Office)”.
– La cancellazione delle indicazioni dell’Europarlamento provoca una “troppo vaga descrizione delle condizioni alle quali poter concedere un eventuale brevetto su software, consentendo il permanere di una zona grigia che preoccupa particolarmente in considerazione del tessuto imprenditoriale italiano, che vede la prevalenza di PMI e di sviluppatori indipendenti anche nel settore del software”.
– L’assenza di strumenti per la condivisione della conoscenza , “principio fondante del contratto di brevetto” oggi svantaggia le imprese e rischia di creare contenziosi ulteriori.
– “Un eccessivo ricorso al brevetto del software potrebbe avere conseguenze rilevanti sulla concorrenza del mercato del software. La Direttiva in discussione ad esempio conferma l’uso attuale del brevetto per protocolli ed altri elementi software che rendono più difficoltosa l’interoperabilità tra software prodotti da aziende diverse, limitando di fatto lo sviluppo del mercato”.
– I tempi previsti per monitorare l’andamento del mercato del software dopo l’introduzione della direttiva rischiano di creare gravi problemi in quanto “incompatibili con la dinamicità di questo mercato”.
L’opposizione italiana, associata a quella tedesca e a quella già annunciata da alcuni altri paesi europei, se portata fino in fondo può far naufragare il progetto che, come noto, è sostenuto fortemente da ambienti industriali.
Contro la brevettabilità del software in questi mesi e ancora in queste ore si è schierato tutto il movimento open source , ribadendo la pericolosità della direttiva e le sue contraddizioni, nonché il timore che si concretizzi quello che viene considerato un attacco al cuore della libertà di sviluppo. Ulteriore dissenso è stato espresso in queste ore anche da alcuni parlamentari, come Pietro Folena dei DS, e lo stesso Cortiana.