Roma – Oggi riservato al mercato USA, dove è in circolazione da pochi giorni , il G1 di HTC sembra già essere sbarcato in Cina, attraverso canali non ufficiali. Ma l’Android-phone non era forse lockato da T-Mobile? Sì, lo era. Prima di arrivare all’ombra della Grande Muraglia.
Sembra dunque che per il Googlefonino si stia ripetendo la storia già vissuta dall’iPhone che – inizialmente commerciato solo in USA per l’utilizzo esclusivo sul newtork ATeT – si è comunque propagato spuntando in vari punti del pianeta, irregolarmente sbloccato. Difficile affermare, ad oggi, che nel mondo della telefonia mobile stia nascendo un nuovo oggetto del desiderio. Ma il G1, già a metà ottobre, vantava prenotazioni per 1,5 milioni di apparecchi.
La diffusione cinese dell’apparecchio avviene attraverso una forma di approvvigionamento parallela e non riconosciuta (né da HTC, né da Google, né tantomeno da T-Mobile). Lo smartphone, scrive mocoNews.net (che cita JML Pacific Epoch ), viene messo in vendita ad un prezzo intorno ai 4mila yuan, poco meno di 470 euro, a cui vanno aggiunti 500 yuan (circa 60 euro) per la prestazione di unlocking , operazione evidentemente obbligatoria per poter utilizzare il G1 con la rete di un operatore mobile cinese.
Un prezzo che potrà rimanere verosimilmente alto, almeno fino a quando il G1 sarà ufficialmente commercializzato nel Paese più popoloso del mondo. L’interesse per lo smartphone di HTC, da parte degli utenti cinesi, potrebbe però dissolversi ad inizio 2009: l’operatore China Mobile sta infatti valutando di proporre sul mercato locale – nel corso del primo trimestre del prossimo anno – un Googlefonino prodotto da
Lenovo . E se questa notizia dovesse essere confermata, per il G1 potrebbe non esserci più mercato.
Dario Bonacina