Arriva oggi l’approvazione da parte di Camera e Senato degli Stati Uniti sul disegno di legge che prevede lo stanziamento di ben 39 miliardi di dollari da investire nella produzione di semiconduttori. Come è noto a tutti, il settore sta soffrendo di una disponibilità decisamente scarsa, l’ormai famoso shortage, che ha spinto il governo americano a prendere dei provvedimenti seri.
La crisi è agli sgoccioli? Non proprio.
Il problema causato dalla carenza di semiconduttori è, ovviamente, l’impatto che ha sull’intero mercato. Questa, infatti, non coinvolge esclusivamente il settore informatico che ormai da due anni risente dei notevoli e costanti aumenti, con vendite piuttosto limitate a causa della disponibilità. Dall’automotive all’elettronica di consumo, praticamente qualsiasi attività risente della mancanza di chip e questo ha costretto direttamente il governo a intervenire. Nel caso specifico si tratta di uno stanziamento di 39 miliardi, dei quali gran parte rivolta alla messa in funzione di nuovi impianti per la produzione di semiconduttori. Sfortunatamente tali impianti, come la fonderia TSMC in Arizona o quella Intel in Ohio, non saranno operativi prima del 2024.
Il piano, quindi, seppur spinto dalla crisi che stiamo attualmente vivendo, è pensato soprattutto per rispondere alla concorrenza orientale. I fondi, infatti, sono dedicati esclusivamente alla produzione su suolo americano per competere con i colossi cinesi che seppur in difficoltà, riescono a mantenere un buon livello produttivo. In breve, stando alle previsioni, nel momento in cui i nuovi impianti cominceranno la produzione, l’attuale crisi dovrebbe già essere risolta. Ciò non toglie che potrebbero aprirsi scenari interessanti, soprattutto per i consumatori. Al momento non rimane che la firma del presidente Biden per convertire il DDL in legge.