Nelle stesse ore in cui a Bruxelles il mondo no-Green Pass scendeva in piazza per protestare contro il Certificato Verde, lo stesso Certificato stava diventando qualcosa di più ampio e importante al centro delle politiche europee per i viaggi in tempo di pandemia. La mossa consentirebbe di ripristinare un approccio omogeneo agli spostamenti, sancendo una nuova regola generale universalmente valida, di più facile applicazione e, soprattutto, omogenea sui vari confini europei.
Tutto ciò durerà, come presumibile, fino al termine dell’emergenza sanitaria internazionale sancita dall’OMS.
Green Pass per chi viaggia
Secondo quanto probabilmente approvato fin dalle prossime ore, quando i ministri per gli affari europei dovrebbero dare il via libera a quanto già raccomandato in sede di Consiglio Europeo, l’UE andrebbe ad abolire i colori dei vari Paesi o le varie fasce su cui erano state improntate le regole di ingresso per i viaggiatori. La nuova discriminante perde dunque una connotazione territoriale che non ha più senso (tutti i Paesi sono infatti pressoché nella stessa situazione rispetto alla variante Omicron) e ne assume una personale basata sul proprio singolo status. Il Green Pass, insomma, diventa in tutto e per tutto un passaporto sanitario che consentirà – o almeno regolamenterà – i viaggi.
Ne consegue che si potranno stabilire regole specifiche per chi ha il Green Pass rafforzato (guarito o vaccinato con dose booster) e altre per chi non ce l’ha (imponendo quarantene maggiori o diversi parametri per un tampone di ingresso). Saranno comunque regole che verranno decise a livello europeo, che non produrranno discriminazioni basate sulla provenienza e che dovranno servire per costruire un argine generale pur consentendo un maggior numero di spostamenti. Maggior libertà per chi è vaccinato con dose booster, insomma, e minore per chi non lo è: con il prolungamento delle scadenze che l’Italia sta per introdurre, ciò congelerà questa situazione almeno fino al prossimo autunno.
Ogni nazione potrà eventualmente imporre restrizioni ulteriori qualora lo si ritenesse necessario in futuro: quest’ultimo aspetto ha caratterizzato tutto il percorso delle regole ai confini, poiché fin dall’inizio parte dei Paesi membri hanno preteso libertà di azione per avere una maggior granularità nell’approccio normativo sui viaggi.