Il Green Pass nasce già vecchio: il rischio Delta

Il Green Pass nasce già vecchio: il rischio Delta

Il Certificato Verde europeo parte ufficialmente il 1 luglio, ma il rischio è che possa nascere già vecchio a causa della variante Delta.
Il Green Pass nasce già vecchio: il rischio Delta
Il Certificato Verde europeo parte ufficialmente il 1 luglio, ma il rischio è che possa nascere già vecchio a causa della variante Delta.

Il curioso caso di Benjamin Button potrebbe ripetersi con il Green Pass, certificazione che rischia di nascere già vecchia per poi ringiovanire poco alla volta. Formalmente denominato “Certificato Verde Covid-19“, funziona come una sorta di passaporto sanitario in grado di fotografare il proprio status nei confronti di questa specifica problematica. Gran merito dell’UE è relativo alle tempistiche: la certificazione è stata discussa, approvata e adottata in tempi da record e già dal 1 luglio sarà disponibile per consentire ai turisti di viaggiare oltre confine. Ma la tempistica è al tempo stesso un problema, perché il legislatore non ha avuto modo di fare i conti con l’ingombrante novità delle ultime settimane: la variante Delta.

I problemi del Certificato Verde

Per avere il Certificato Verde occorre assolvere ad almeno una delle seguenti condizioni:

  • aver contratto il Covid ed essere guariti da breve tempo;
  • aver ottenuto da almeno 15gg la prima dose di vaccino;
  • avere un tampone valido (della durata di 48h).

La variante Delta, però, mette in crisi questi pilastri. Due condizioni su tre, infatti, sono invalidate:

  • solo la seconda dose di vaccino correttamente eseguita nei tempi indicati può proteggere in modo efficace dalla nuova variante;
  • non sempre i tamponi rapidi sono in grado di rilevare la nuova variate ed a tal proposito si stanno conducendo nuovi test per capire come migliorare i tester in distribuzione.

Se le condizioni a monte del Certificato perdono di validità, il Certificato stesso perde di valore.

Certificato Verde Digitale

La buona notizia sta nel fatto che l’aspetto tecnico è ormai messo a punto e sembra funzionare a dovere: le app IO e Immuni sono a disposizione per la conservazione del Certificato, le notifiche stanno arrivando e l’app di lettura dei QR Code è disponibile. Quel che rischia di venir meno è l’aspetto sanitario antecedente, prerequisito fondamentale per far sì che il Certificato possa davvero rappresentare un ostacolo ad una nuova ondata di Covid.

Inutile sottolineare l’importanza dei vaccini in questa fase: unico vero argine ad una possibile recrudescenza del Covid-19, il ritmo di vaccinazione determinerà nel medio periodo le reali libertà che potremo avere nella stagione fredda. Il Certificato Verde sarà una fotografia di questo andamento, ma c’è da aspettarsi novità nei prossimi mesi: non è certo da escludersi un cambio nei requisiti di certificazione, portando entro settembre a 2 il numero di vaccinazioni necessarie prima di poter risultare certificati. Del resto la pandemia è un braccio di ferro nel quale il virus gioca la sua partita e noi la nostra: chi ha detto “resilienza”?

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Pubblicato il
29 giu 2021
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