Una lunga riflessione portata su Twitter da Myoung Cha, Head of Health Strategic Initiatives for Apple, consegna una memoria di quello che è stato il lavoro congiunto di Apple e Google sul sistema di Exposure Notification sul quale si è basato l’italiana Immuni. Si tratta per la verità di una riflessione estremamente amara, condotta da un ottimista che ha visto spuntate le armi di uno strumento che riteneva (e tutt’ora ritiene) di grande utilità per arginare l’incedere del Coronavirus nel mondo.
Exposure Notification
La riflessione è incentrata sull’esperienza USA, dove il lavoro è stato frammentato e segnato in parte dalla sfiducia generale, in parte dal rifiuto all’utilizzo del contact tracing da parte di alcuni Stati ed in parte dall'”all-in” federale sui vaccini. Myoung Cha spiega come il lavoro collettivo sul progetto fu di altissimo livello, riuscendo in poco tempo a mettere assieme qualcosa di mai visto prima, ma dovendo far fronte ad immediate resistenze governative che intendevano correggere l’approccio in ottica privacy-centrica. L’Europa si è spinta anche oltre su questo fronte, in ogni caso il progetto è poi partito senza il necessario supporto e senza mai raggiungere i volumi auspicati. Generalmente la sfiducia delle autorità sanitarie non è stata d’aiuto: non si è mai creduto davvero nel contact tracing, considerandolo poco utile ai fini della lotta alla pandemia, e questo ha generato una spirale viziosa da cui il sistema non è più uscito. Nessuna vera integrazione con i sistemi sanitari, tardivo utilizzo dello strumento, nullo coinvolgimento dei cittadini: il risultato è quello che è stato sotto gli occhi di tutti, con l’aggravante dell’ostracismo politico che ha annullato ogni possibilità ulteriore.
1/ With the omicron surge, I have had more friends send me screenshots of exposure notifications (EN) in the last week than I have in the last year. Here are some reflections based on the work I led at @Apple working with @Google and some thoughts on the road ahead. 🧵 pic.twitter.com/Iw1jZdJNyE
— Myoung Cha (@cha_myoung) December 24, 2021
Se la riflessione sul passato è amara, lo è ancor di più sul futuro. Secondo Myoung Cha, infatti, la stagione attuale non fa che ricordarci come dalla Covid non si esce da un giorno all’altro: semplicemente, invece, ci si impara a conviverci. Serviranno anni per risolvere appieno la situazione ed occorrerà trovare soluzioni complementari ai vaccini per riuscire a gestire i contatti, i contagi, le ospedalizzazioni e le cure. Ecco perché un sistema di contact tracing basato sull’Exposure Notification avrebbe potuto offrire vantaggi anche in prospettiva: si offre supporto al singolo e alle autorità sanitarie, si segnalano i casi di rischio particolare, si portano le persone alla cautela.
Having worked on this from @google side and for #italy I can only add the EN requires health authorities to record exposures to get notification. This seems obvious to say but was indeed the most difficult thing to get done and it's still the hardest. Fully agree with this thread
— Antonio Gulli (@antoniogulli) December 26, 2021
Myoung Cha ritiene che l’avvento di nuove varianti possa portare al collasso l’attuale strategia di inseguimento della pandemia, ed in tal caso gli strumenti di Exposure Notification saranno già pronti. I tweet confidano la delusione per un potenziale andato sprecato, ma sono anche la constatazione più oggettiva di ciò che non ha davvero funzionato in tutto ciò (e l’esempio Immuni calza a pennello): non basta uno strumento più o meno ben strutturato, poiché dietro deve esserci una metabolizzazione fatta di organizzazione, fiducia e collaborazione. Tutto ciò non è arrivato e forse l’immagine di Apple e Google nei confronti della privacy degli utenti non ha aiutato in tal senso.
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Questione di latte ormai versato, sul quale è inutile piangere. Ma l’Exposure Notification resta a disposizione, Immuni è prossimo ai 19 milioni di download (e sta inviando un crescente numero di notifiche quotidianamente) e chiunque può liberamente attingervi di propria spontanea volontà.