Sul palco di New York c’è salito Jeff Bezos: alla platea ha mostrato come Amazon intende il futuro dell’editoria (e dell’intrattenimento), fatto di bit naturalmente. E dunque spazio a ben tre nuovi modelli di Kindle, con prezzi sempre più bassi e funzioni che allargano sempre più il contenuto del libro. Senza disdegnare una revisione del formato che, a dirla tutta, con quella tastiera QWERTY poco teneva il passo delle proposte della concorrenza. Il risultato, c’è da scommettersi, confermerà il successo fin qui riscosso dall’e-reader Amazon. E poi c’è il fronte dei tablet : debutta Fire .
Il primo nato della famiglia si chiama, semplicemente, Kindle Touch : nomen omen si potrebbe dire, visto che non è altro che un Kindle con schermo touch (ma sempre e-ink) e senza tastiera. La formula dell’inchiostro elettronico unito a lunga durata della batteria, ha voluto precisare Bezos, fino a questo punto ha fatto solo registrare successi: anche a dispetto dei detrattori che non credevano alle prospettive di un mercato per gli e-reader. E dunque il Kindle Touch costruisce sopra questo successo un nuovo formato (molto simile a quello già adottato dai concorrenti Barnes&Noble e Sony, senza dimenticare Kobo ), eliminando ogni tasto dal frontale e limitandosi a mostrare il testo del libro al lettore: per andare avanti e indietro si toccano i due bordi dello schermo, per accedere al menù si tocca il centro. L’autonomia del device poi sale a 2 mesi, e lo storage locale sale a 4GB.
L’interfaccia si è fatta minimale, ci sono pochissime informazioni oltre alle parole del libro visualizzate mentre si è in modalità lettura. Per ampliare il contenuto dei volumi, inoltre, Amazon ha creato un nuovo componente software denominato “X-Ray”: oltre ai capitoli dell’antologia che si desidera leggere, si scaricano dai server anche byte aggiuntivi contenenti informazioni e nozioni aggiuntive . Per esempio, se il libro parla della Rivoluzione Francese ci saranno magari le definizioni Wikipedia relative a quel periodo (Versailles, Luigi XV, Robespierre ecc), tutte accessibili con un tocco e mostrate in modo coerente alla pagina e a quanto si sta leggendo.
Di Kindle Touch sono disponibili due modelli (entrambi di un grigio opaco che si discosta dal bianco e nero fin qui utilizzato da Amazon per gli e-reader): il modello base, WiFi , costerà negli USA appena 99 dollari , mentre se si desidera la versione 3G occorrono 149 dollari per accapparrarsi la connettività illimitata in 100 paesi . Vale la pena ricordare che il Kindle poco si presta a essere usato per altro che la lettura di libri o del testo statico, pertanto l’unico utilizzo ragionevole del modulo di connessione in banda larga è l’acquisto e il download dei volumi: di certo non navigare sul Web. Per i nostalgici del bottone, comunque, resta a disposizione un modello economico da 79 dollari privo del touch e di X-Ray: due carenze significative, ma che visto il prezzo non è probabile che impediscano anche a questo modello di diventare un best-seller. Resta in piedi anche il modello di vendita “sponsorizzata”, ovvero i device incorporeranno messaggi pubblicitari che occupano la schermata dello screensaver (se si vuole farne a meno, si devono aggiungere 40 dollari ai prezzi fin qui elencati). Oltre all’advertising tradizionale, anche le offerte in stile Groupon di AmazonLocal saranno propinate tramite lo schermo del Kindle.
Tutto bello, tutto funzionante e tutto molto venduto. Ma è su altri settori, e Jeff Bezos lo sa, che si sta per combattere la partita: video, musica, film, serie TV, il multimediale da tasca si sta facendo strada tra il pubblico . E allora Amazon ha pensato anche a loro, creando il tablet Fire di cui tanto si era vociferato in queste settimane: assomiglia moltissimo al PlayBook di Blackberry, con i suoi 7 pollici di schermo IPS e poco più di 400 grammi, ma è letteralmente ripieno di film (11mila titoli a disposizione degli utenti Prime d’Oltreoceano), musica da acquistare e ascoltare tramite Cloud Player, video in streaming, show tv di molteplici partner a cui Amazon già paga cospicui diritti di licenza ( ad esempio i network CBS, NBC Universal, Fox). Fire mette tutto questo assieme, con lo stesso principio del Wispersync dei libri: si compra sullo store e lo si gode su tutti i device associati all’account .
Alla base del nuovo Kindle Fire c’è Android , ma l’interfaccia è lontana anni luce da quella a cui si è abituati fin qui: Amazon ha fatto un lavoro profondo di rimaneggiamento, stravolgendo l’intero assetto dell’OS per i suoi scopi. La visione dei film, l’ascolto della musica, tutto è stato pensato per essere semplice sia nell’utilizzo sul tablet che per garantire la sincronizzazione automatica: se si smette di leggere in treno si può riprendere dal PC, se si sta guardando una puntata di un serial sul tablet si ricomincia sulla TV da dove si era lasciato. Ma se il cuore resta Android, e con un marketplace in casa, il device resta compatibile con le app per l’OS di Google : un fattore da non sottovalutare, visto che fino a oggi più che l’hardware sono stati i contenuti a dettare il successo di una piattaforma.
E poi Bezos va anche oltre: e propone Amazon Silk , ovvero un browser web che effettua il rendering dei contenuti in remoto (nella nuvola di EC2), migliorando le prestazioni complessive e i tempi di caricamento. Una buona idea per tener testa alla crescente complessità delle pagine web, anche se non di certo un’idea del tutto originale (Opera Mobile e Skyfire sono i primi due nomi da fare in questo ambito). Inoltre, anche le immagini e i contenuti da scaricare vengono “ottimizzati” (quindi rimpiccioliti) per lo schermo del tablet: l’effetto finale è in tutto e per tutto identico alla pagina originale, solo rimodellato sulle dimensioni e sulle prestazioni di un prodotto mobile e pensato per funzionare in mobilità. L’unica lacuna (seria?) del Kindle Fire è la mancanza di un modulo 3G : l’unica connettività è garantita dal WiFi.
Il pezzo forte di Kindle Fire, a ogni modo, sarà il prezzo: 199 dollari , quanto basta a causare più di qualche grattacapo a tutti i concorrenti. E Amazon ha già stretto accordi con case editrici per i periodici, case di produzione per i film, network TV per i serial e produttori di videogiochi per i videogame. Con il vantaggio di avere tutto archiviato nella cloud, e dunque sempre tutto a disposizione: niente più necessità di scegliere cosa “sincronizzare” col tablet, c’è già tutto dentro in un certo senso. Le vendite iniziano subito negli USA, anche se il solo Kindle base è subito disponibile: gli altri hanno bisogno di qualche settimana per arrivare a casa degli acquirenti, con consegne previste da metà novembre in avanti .
Luca Annunziata