San Diego (USA) – Al convegno Toorcon dedicato alla sicurezza informatica, alcuni rappresentanti del progetto One Laptop Per Child Project hanno scherzosamente invitato “tutta la comunità degli hacker” a mettere alla prova le difese del computer a basso costo ideato dal guru Nicholas Negroponte .
I membri di OLPC hanno paura che il laptop per i paesi poveri venga preso di mira da programmatori malintenzionati non appena immesso sul mercato. Milioni di computer ” 2B1 ” verranno infatti distribuiti a partire dal 2007: “Creeremo la più grande monocultura informatica della storia”, hanno detto i portavoce di OLPC, “e visto che i modelli 2B1 saranno collegati l’uno all’altro da una rete senza fili, un qualsiasi gruppo di criminali potrebbe trasformare l’intero bacino di utenti in una botnet di dimensioni globali”.
Alcuni scenari tracciati dagli esperti parlano della possibilità di sfruttare le reti di computer 2B1 per eseguire giganteschi attacchi DDoS . Una delle caratteristiche principali di 2B1 è infatti quella di poter operare in reti senza fili, autorganizzate in base alla presenza di terminali simili. I computer entrano in contatto tra loro e possono scambiare informazioni, impostazioni, programmi e persino avviare procedure di ripristino o backup in maniera remota.
Utilizzando questa particolarità, uno “smanettone” potrebbe trovare il modo di trasformare l’iniziativa del MIT in un rischio per l’intera Internet. Su OLPC News , notiziario ufficiale del progetto, si legge: “Immaginare 10 milioni di computer identici sotto il controllo di un gruppo di utenti malintenzionati è veramente da brivido”.
L’obiettivo di Negroponte e soci è perciò di migliorare le funzioni di sicurezza dei laptop 2B1 a livello software ed hardware , grazie all’integrazione di sistemi centralizzati per l’aggiornamento online delle funzioni di sicurezza del computer. Una proposta prevede la creazione di una procedura d’aggiornamento automatica del BIOS, che implementerà alcuni strumenti di sicurezza. A differenza del laptop low-cost prodotto da Intel per conquistare il mercato dei paesi in via di sviluppo, 2B1 conta esclusivamente su software open source e su una apposita distribuzione del sistema operativo Linux che si ritiene già in sé capace di offrire un certo grado di sicurezza.
Tommaso Lombardi