In principio era (Microsoft) Live Search, poi venne Kumo e fu cosa buona e giusta almeno per quanto riguarda il testing interno del prodotto dalle parti di Redmond. Ma alla fine pare che Microsoft abbandonerà il suddetto codename e adotterà il nome commerciale Bing , provando a convincere gli utenti del fatto che “Googlare” non è un verbo e che la ricerca online può offrire molto di più di quanto attualmente fornito da Mountain View.
Le nuove indiscrezioni sull’evoluzione di Live Search sono state svelate dal magazine AdvertisingAge , secondo cui Microsoft si prepara a fare le cose in grande stile in occasione del lancio ufficiale di Kumo/Bing e dell’apertura dell’engine al grande pubblico. Evidentemente a Redmond continuano a mantenere aperte tutte le possibili alternative per quanto riguarda il mercato del search, e il forte desiderio di un accordo con Yahoo! non preclude la prosecuzione della guerra dei motori di ricerca con tutti i mezzi possibili.
Secondo AdvertisingAge , per supportare il lancio di Bing Microsoft starebbe preparando una campagna pubblicitaria multicanale (TV, radio, stampa, web) dal valore di 80-100 milioni di dollari, superando e di parecchio i “miseri” 25 milioni di dollari utilizzati da Google per l’advertising di tutto il 2008. Anche se a quanto pare l’oggetto del contendere non verrà mai citato in maniera esplicita (niente pubblicità comparative “all’americana” insomma), risulta palese che l’obiettivo del fuoco mediatico di Redmond sarà proprio Mountain View e il suo status di iper-potenza telematica che ha contribuito a trasformare un marchio aziendale in un vero e proprio verbo (“to google”, appunto).
Microsoft proverà dunque a drenare utenza dai concorrenti presentando dati e statistiche secondo cui con “gli attuali motori di ricerca” l’esperienza del search sarebbe limitata rispetto a quello che potrebbe realmente essere. Redmond dice che secondo le informazioni a sua disposizione il 42% di tutte le ricerche necessita di ulteriori rifiniture dopo la prima richiesta, e il 25% di tutti i click “post-search” servono a tornare indietro nella cronologia di navigazione, segno evidente del fatto che il sito web visitato attraverso Google (cioè i “concorrenti”) non sarebbe in grado di soddisfare le esigenze iniziali.
Ovviamente non di solo advertising vivono le ambizioni di Microsoft: con Bing gli utenti potranno finalmente toccare con mano tutte le nuove caratteristiche del Live Search “next-gen” sin qui trapelate, come la presentazione di categorie correlate alle ricerche sulla sinistra della pagina web del motore di ricerca. L’attesa per il testing sul campo del nuovo engine dovrebbe terminare in occasione della conferenza D: All Things Digital , quando Steve Ballmer in persona presenterà Bing con una eventuale (quanto non confermata) “release date” per il prodotto.
Alfonso Maruccia