Grazie a una ricerca della Queen Mary University of London (QMUL) si torna a parlare di mantello dell’invisibilità, una delle tecnologie più chiacchierate degli ultimi anni e che secondo gli esperti britannici avrebbe fatto un passo avanti importante verso la produzione industriale e quindi la commercializzazione sul mercato di massa.
L’invisibilità di cui parlano i ricercatori londinesi si riferisce in particolare alla capacità di rendere “piatta” una superficie curva, nascondendo la suddetta superficie a diverse lunghezze d’onda nello spettro elettromagnetico per possibili applicazioni in scenari di utilizzo multipli.
Il segreto della nuova ricerca sta nel tipo di materiale di cui è composto il “mantello” che rende invisibili le curve troppo pronunciate, un medium “nanocomposito” che include sette diversi strati con altrettante proprietà elettriche ed è in grado di far passare inalterate le onde elettromagnetiche di superficie senza rifrazione.
La capacità di funzionare a diverse frequenze elettromagnetiche è secondo i ricercatori una caratteristica unica del loro “mantello”, e dovrebbe garantire l’applicabilità della tecnologia a diversi ambiti produttivi come le nano-antenne, l’industria aerospaziale e altro ancora. Dovrebbe aiutare in tal senso anche il fatto che, secondo quanto sostengono i britannici, il processo di produzione sarebbe “economico e altamente riproducibile.”
Alfonso Maruccia