Ricercatori tedeschi stanno sviluppando un nuovo processo nanotecnologico per creare materiali in grado di autoripararsi.
Alla base della nuova tecnologia vi è uno strato prodotto con galvanostegia in cui sono inserite nanocapsule piene di fluido. Quando lo strato viene graffiato le capsule esplodono per riempire il danno con il fluido.
Il problema per gli scienziati era nelle dimensioni delle capsule che, tra i 10 e i 15 micrometro erano inizialmente troppo larghe per essere contenute nello strato prodotto con galvanostegia, spesso appena 20 micrometri.
Gli scienziati del Fraunhofer Insitute e della Duisburg-Essen University, finanziati dalla Volkswagen Foundation, hanno invece sviluppato un processo per produrre strati placcati con inserite all’interno le nanocapsule.
“La sfida principale era non danneggiare le capsule nella produzione degli strati – ha detto lo scienziato Martin Metzer – dal momento che le capsule più sono piccole più sono delicate e la tecnica prevede processi chimici aggressivi che le possono facilmente distruggere”.
I cuscinetti meccanici sono uno dei settori in cui la tecnologia può essere applicata: sono dotati di uno strato placcato che si perde se viene anche solo momentaneamente a mancare il lubrificante. Con il processo ora sviluppato invece i cuscinetti non si rovinerebbero, perché le capsule, nel caso in cui il lubrificante si seccasse, esploderebbero rilasciando il loro fluido.
Per il momento i ricercatori hanno prodotto solo la prima copertura per bronzo, nickel e zinco, e la superficie è limitata al centimetro.
Resta un settore all’avanguardia, per cui serviranno ancora un anno e mezzo o due per riuscire ad avere effetti concreti su superfici più complesse, e lavorare con meccanismi diversi, come capsule riempite differentemente o fluidi che reagiscono uno con l’altro come un adesivo a due componenti. ( C.T. )