L’ultima trovata di IBM è il “computer più piccolo del mondo”, come la descrive la stessa corporation statunitense, un dispositivo dalle dimensioni estremamente ridotte ma dotato di tutto il necessario per garantire la sicurezza e l’autenticità di prodotti commerciali, spedizioni o anche marchi a origine controllata contro le contraffazioni e i furti.
Svelato ufficialmente in occasione della conferenza Think 2018, il microcomputer è “piccolo come un granello di sale” e compatta, in un solo millimetro quadrato di spazio, un milione di transistor deputati ad agire come processore di calcolo centrale, SRAM, LED per le comunicazioni in uscita, cella fotovoltaica integrata e rivelatore luminoso.
Il nuovo prototipo è parte dell’iniziativa che IBM identifica come “micro-ancore”, chip estremamente compatti al punto da poter essere integrati su vestiti, pillole dei medicinali, giocattoli, orologi, smartphone e persino nei vini imbottigliati.
La potenza del microcomputer non è granché, se rapportata al concetto di computer tradizionale , ma stando a IBM può rappresentare la chiave di volta nella lotta alla contraffazione e al furto dei prodotti fisici che viaggiano dal produttore al consumatore – spesso su vie internazionali dove è estremamente difficile controllare ogni tappa del percorso.
Le “cripto-ancore” dovrebbero agire assieme a una ipotetica tecnologia a base di blockchain per garantire l’autenticità di una qualsiasi merce, sostiene Big Blue, e verranno “presto” integrate negli oggetti e nei dispositivi con cui abbiamo a che fare ogni giorno.
Alfonso Maruccia