Il mondo delle news sta per cambiare direzione. Dopo anni passati, pur in sofferenza, ad aprire le porte ai motori di ricerca ed a qualsiasi altro tool fosse in grado di portare traffico, ora i grandi nomi potrebbero essere pronti ad una virata improvvisa spinti dalle pressioni dell’Intelligenza Artificiale.
Stop ai crawler
Secondo quanto raccolto in un report del dr. Richard Fletcher, infatti, già a fine 2023 ben il 48% dei principali siti di notizie al mondo bloccavano i crawler di OpenAI, mentre il 24% blocca anche i crawler di Google. Questi ultimi sono quelli che prima di altri hanno scelto la via radicale, evitando di farsi drenare i contenuti in cambio di informazioni, ma rinunciando al contempo al prezioso traffico in entrata che Google e Google News hanno la possibilità di offrire. Una scelta che si tramuta quindi direttamente in modello di business.
La quasi totalità di quanti hanno escluso i motori di ricerca ha anche escluso OpenAI: questo denota come una terza via non sia oggi immaginabile e che, più semplicemente, i maggiori editori impegnati nella produzione di news intende pian pianino chiudere le porte a chi vive in modo troppo parassita e poco simbiotico il rapporto con i loro contenuti. La distribuzione territoriale di queste scelte è tuttavia molto disomogenea, evidenziando grandi differenziazioni sia culturali che nei correlati modelli di business: gli USA, patria di Google e delle avanguardie nell’IA, è la zona che più di ogni altra soffre questa pressione ed è anche quella che con maggior velocità ha chiuso le porte dei server all’occhio indiscreto dei crawler.
Maggiore è l’importanza della testata, e quindi il potenziale di monetizzazione al di là del semplice traffico in entrata, e maggiore è la propensione alla chiusura ai motori e all’IA; più difficile sarà invece questa scelta per i piccoli editori, i quali si trovano molto più esposti e con minori facoltà di scelta. In ballo, insomma, ci sono importanti equilibri in un mercato fragile e già in generale dissesto da molti anni: l’IA piomba su un mercato editoriale destinato a vivere profondi cambiamenti, i quali non potranno che scaturire da scelte drastiche e rischi imprenditoriali. L’IA è qui per rimanere, ma l’informazione non può essere qui per scomparire.