Per comunicare la tecnologia, per addentrarsi in una conversazione relativa alla rete, è necessario dominare il nerdic , il nerdiano. Può sembrare bizzarro ma c’è chi ne parla come fosse un nuovo idioma, chi lo definisce addirittura come una lingua franca dei tecnologi.
Il nerdic è un linguaggio universale, sulle labbra e sulla punta delle dita di giovani e adulti, un linguaggio prolifico, il cui vocabolario si affolla di definizioni sempre nuove per stare al passo con l’evolvere della tecnologia e dei modi di usarla: strizzando l’occhio ai propri clienti, Pixmania ne starebbe tracciando l’evoluzione , starebbe seguendo i percorsi di un gergo tecnologico che viene definito lingua a sé.
Il nerdiano si alimenta di acronimi e di tecnologie, di prodotti e di neologismi usati per descrivere comportamenti che sono emersi spontaneamente in rete: assumono la forma di parole e blocchi di parole, di prefissi e suffissi usati per dare vita a ulteriori derivazioni. È comprensibile a chiunque abbia una minima dimestichezza con la tecnologia, si sta ritagliando spazio sui media, i dizionari ne testimoniano la presenza.
Il nerdiano è una lingua estremamente vitale, osservano da Pixmania: basti pensare che l’Oxford Dictionary nel 2007 ha aggiunto fra le sue pagine una trentina di lemmi mentre negli ultimi 12 mesi sono state almeno cento le nuove parole nerdiane, neologismi che raddoppieranno nel corso del 2008. Sono lemmi censiti ma spesso ignorati o recepiti con ritardo dai dizionari ufficiali.
Per sopperire a questa lacuna, i ricercatori di Pixmania forniscono un glossario dei termini in ascesa e dei termini che presto potrebbero rivelarsi desueti: impossibile dominare il nerdic se non si conoscono i significati di HSDPA e di UGC , di WiMAX e di Mashup , suonerà invece polveroso lo slang di colui che infarcirà la propria conversazione di monitor CRT , di Floppy disk e di Dial-up .
I linguisti di Pixmania suggeriscono che il lessico del nerdic non sia mutuato da altre lingue, ma si comporti come lingua a sé. Presenta, dicono, i tre tratti fondamentali di una lingua: si possono individuare parole, frasi e pronuncia. I ricercatori non si preoccupano però di dare conto di come il nerdic interagisca con altre lingue, di come venga usato dalle comunità dei parlanti. Alcune formazioni vengono introiettate da ogni comunità linguistica e utilizzate sulla base delle regole di ciascun linguaggio: per citare un esempio, sono state avvistate declinazioni di googlare e delle sue numerose varianti.
Pixmania ne parla come di una lingua franca, tenta di farla annoverare fra gli idiomi ufficiali, tenta di suscitare un senso di appartenenza fra coloro che masticano tecnologia e cultura del web. Ma le definizioni imposte sembrano non piacere ai cittadini della rete.
Gaia Bottà