Roma – Sono ovunque e a molti non piacciono: sono i dialer , i programmini che consentono di collegarsi a siti “privati” pagando la telefonata di connessione, e che spesso sono finiti sotto accusa per la poca trasparenza, le alte tariffe e i miseri contenuti che ad essi sono perlopiù associati. Qualcuno ha però deciso di non dar loro spazio.
Tra questi c’è eBay Italia che attraverso il Responsabile Comunicazione Stefano Hesse ha spiegato come “purtroppo, le realtà che propongono “contenuti” accessibili tramite telefonate i cui costi sono molto difficili da consultare con trasparenza sono state e sono tuttora una fonte ricca di introiti per chi deve raccogliere pubblicità per la propria attività”.
Secondo Hesse, grazie ad alcuni “pionieri”, compreso eBay, che hanno rinunciato agli introiti derivanti dalla pubblicizzazione dei dialer, “tra gli operatori del settore l’atteggiamento sta cambiando, e molti noteranno che la presenza di queste realtà in Rete è leggermente diminuita rispetto all’anno scorso, e a molte è stato chiesto di comunicare con maggiore chiarezza”.
Hesse ha insistito che un ambiente “condiviso e trasparente” come quello promosso dalla propria azienda sui siti che coinvolgono utenti di tutto il mondo non lascia spazio alla promozione di certi programmi. “Nonostante il nostro modello di business ricavi la maggior parte delle revenue direttamente dall’attività svolta dagli utenti del sito – continua Hesse – tale decisione ha rappresentato una rinuncia a introiti notevoli. Ma non siamo ovviamente affatto pentiti della scelta”.