Washington (USA) – Entro pochi giorni il Congresso potrebbe approvare SIRA, acronimo di una riforma alla legge sul Copyright che rivede drasticamente le tecnologie di distribuzione, il sistema delle licenze e in definitiva gli interessi degli utenti finali. Una revisione che secondo moltissimi sta per abbattersi come una scure senza precedenti sulle libertà digitali.
La riforma, Section 115 Reform Act (SIRA) , è appoggiata esplicitamente dai grandi distributori della musica digitale, da Apple ad AOL passando per RealNetworks o Yahoo!, e questo perché razionalizza il sistema delle licenze consentendo ai jukebox elettronici di inserire nei propri servizi cataloghi musicali o cinematografici di varia provenienza senza dover contrattare con ciascuna casa ogni dettaglio di servizio.
Un bel passo avanti, come commenta qualcuno , ma in realtà quella misura così preziosa per le imprese del settore sembra fatta apposta per evitare che si oppongano alle altre novità, quelle che Electronic Frontier Foundation (EFF) definisce la morte del fair use , dell’equo utilizzo dei contenuti da parte degli utenti.
L’indice di EFF e di molti altri è puntato sul fatto che se SIRA verrà approvata, passerà il concetto che sia sottoponibile a licenza obbligatoria anche la “riproduzione incidentale”, vale a dire “riproduzioni in cache, network, e RAM buffer”.
Sebbene si tratti di licenze royalty-free, che potranno cioè essere adottate senza pagamenti ad alcuno, in particolare dai produttori di tecnologie, EFF avverte: “Infilando questo lessico nella legge sul Copyright, l’industria dei contenuti mette le mani avanti per future battaglie contro future tecnologie digitali che dipendano dal creare copie incidentali. Si pensi soltanto a tutte le copie incidentali che affollano i computer oggi… Chi ha una licenza per ogni copia contenuta nella cache del proprio browser?”
Dunque il concetto è semplice: per i produttori di tecnologie che dipendono dalla cache la licenza sarà senza costi ma, allo stesso tempo, sarà obbligatoria. Ciò consentirà alle major dei contenuti di negare la licenza a quelle tecnologie che ritenessero non soddisfacenti per le proprie finalità, ad esempio perché non blindate a sufficienza con lucchetti digitali e DRM vari.
Fred von Lohmann, celebre legale di EFF, spinge l’allarme anche su un altro fronte del SIRA, quello dello streaming web . La riforma infatti equiparerebbe queste attività, generalmente blindate per impedire il downloading dei contenuti ascoltati o fruiti in rete, ad una vera e propria distribuzione di contenuti , con tutte le conseguenze del caso. Non sembra peregrina, vista in questo quadro, la clamorosa denuncia sporta recentemente dalla RIAA contro XM Radio , colpevole di offrire un avanzato servizio di streaming.
EFF propone agli americani di mobilitarsi e scrivere ai propri rappresentanti a Washington. Difficile dire ora cosa accadrà. Quel che è certo è che la chiusura estiva del Congresso è alle porte e questa riforma si prevede che passi prima di quel momento. C’è chi teme che l’allarme, questa volta, sia stato lanciato troppo tardi .